Regione storica del Piemonte, compresa tra le pendici meridionali delle colline
di Torino e il Po a Nord, le Langhe a Sud e la vallata della Bormida a Est e
Sud-Est. I bassi corsi del torrente Borbore e del fiume Tanaro dividono la
regione in due parti: il Basso
M. (a Nord) e l'Alto
M. (a Sud). Il
M. fa parte della provincia di Alessandria e, in parte, di Asti. •
Geogr. - Il territorio della regione è sostanzialmente montuoso, se si
eccettua la zona centrale, una fascia di pianura che si estende da Asti verso
Alessandria. • Econ. - L'economia della zona è basata sulla
produzione di vini rinomati (Barbera, Grignolino, Freisa) e sulla coltivazione
di frutta e ortaggi. • St. - La formazione politico-territoriale nota come
marchesato del
M. nacque intorno alla fine del X sec. in seguito allo
smembramento della marca aleramica. Le testimonianze storiche relative ai primi
marchesi, appartenenti agli Aleramici della linea di Oddone, sono piuttosto
scarse e in gran parte avvolte dalla leggenda. Si ricorda
Guglielmo il
Vecchio, genero dell'imperatore Federico Barbarossa, che ottenne il dominio
sulle città di Asti e Chieri nel 1155. Tra gli altri membri della
famiglia sono ricordati
Guglielmo il Lungaspada che sposò Sibilla,
sorella di re Baldovino di Gerusalemme;
Corrado, che partecipò
alle Crociate e venne nominato signore di Tiro; e
Bonifacio, poeta e
trovatore che partecipò alla quarta crociata e divenne re di Tessalonica.
Tradizionali rivali dei marchesi del
M. furono i Savoia fino a quando
Bonifacio II sposò Margherita, figlia di Tommaso I di Savoia ponendo fine
alle ostilità fra le due famiglie. Il dominio dei marchesi venne
ulteriormente allargato da
Guglielmo VII, che estese il controllo sulle
città di Savigliano, Ivrea, Cherasco e Cuneo e nel 1366 riuscì a
togliere Torino ai Savoia. Sposò poi la figlia di re Alfonso di Castiglia
che lo nominò vicario spagnolo in Italia e valendosi di questa carica si
impadronì di tutti i possedimenti piemontesi di Carlo I d'Angiò.
Dopo aver ottenuto il controllo di Novara e Crema, tentò di espandersi in
direzione di Milano, ma i suoi progetti vennero frustrati per intervento
dell'arcivescovo Ottone Visconti. Fatto prigioniero degli Alessandrini fu
rinchiuso in prigione e lasciato morire. Nel 1305 il controllo sul
M.
venne assunto dalla famiglia dei Paleologi, parenti degli imperatori d'Oriente.
Primo di costoro fu
Teodoro, nominato signore del
M. da Enrico VII
durante la sua discesa in Italia, il quale trasferì la capitale del
marchesato a Casale e nel 1319 tenne un'importante dieta a Chivasso. Dapprima
avversario di Roberto d'Angiò, ne divenne alleato nella lotta contro i
principi d'Acaja. Suo successore fu
Giovanni II (1338-1372) che, in
seguito ai contrasti con i Savoia e con i Visconti, dovette cedere Casale,
riconquistata in seguito da
Teodoro II. Quest'ultimo venne fatto signore
di Genova nel 1409, conquistando così uno sbocco sul mare ai suoi domini,
e nel 1414 venne nominato vicario della Lombardia dall'imperatore Sigismondo.
Successore di Teodoro II fu
Giangiacomo, che invocò l'appoggio dei
Savoia per combattere i Visconti, cedendo loro in cambio Chivasso. Alla morte
Giovanni Giorgio (1553), ultimo membro della dinastia dei Paleologi si
fecero avanti tre pretendenti alla successione: il marchese di Saluzzo, il duca
di Mantova Federico II Gonzaga e Carlo III duca di Savoia. L'imperatore Carlo V
decise di assegnare il
M. a Federico II Gonzaga con l'editto del 1536.
Dopo le guerre tra Carlo V e il re di Francia Francesco I, durante le quali il
territorio della regione venne occupato da truppe francesi, il marchesato venne
trasformato in ducato. La signoria dei Gonzaga venne contestata da molte
città del
M. e tra queste, in particolare, da Casale che si
ribellò ma venne riconquistata dai signori di Mantova nel 1569 e privata
dei diritti municipali per rappresaglia. Al momento della estinzione del ramo
diretto dei Gonzaga la successione venne rivendicata dai Savoia che scatenarono
le
guerre di successione del M. (1612-17 e 1627-31). La Pace di Cherasco
determinò il passaggio ai Savoia di Alba e Trino; il re di Francia
mantenne la fortezza di Pinerolo, mentre il resto del
M. passò al
nuovo duca di Mantova Carlo I Gonzaga-Nevers. L'ultimo duca, Ferdinando Carlo,
venne dichiarato colpevole di fellonia dall'imperatore e privato dello Stato; il
M. venne assegnato ad Amedeo II di Savoia (1707). Da quel momento in poi
le sorti del
M. si legarono strettamente alle vicende del Piemonte.