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Monarchianismo.

Nome dato nel passato a varie correnti eterodosse del pensiero cristiano antico, diverse tra loro, ma animate dall'intento comune di salvaguardare l'unità di Dio a scapito della distinzione delle persone. Il m. vero e proprio è quella corrente del pensiero teologico che accentuava l'unità del governo di Dio sul mondo. Questa corrente, che ebbe origine in Asia Minore, sosteneva che l'unità di Dio non si può scindere nella Trinità, perciò Cristo si identifica con il Padre: se il Figlio ha sofferto, anche il Padre ha sofferto (patripassianismo). Noeto, vissuto a Smirne tra il 180 e il 200 d.C., fu il primo predicatore e divulgatore del m. così inteso. Introdotta successivamente a Roma da Epigono, l'eresia suscitò qualche interesse, e fu seguita da Cleomene e Sabellio. Sabellio appunto, giunto a Roma nel 217 e successivamente condannato da papa Callisto I, fu il vero rappresentante del m. romano. La sua dottrina teologica prende il nome di modalismo: sostiene che la monade divina si sarebbe manifestata nell'Antico Testamento come legislatore (Padre), e nel Nuovo come redentore (Figlio) e santificatore (Spirito); Padre, Figlio e Spirito Santo non sarebbero però tre persone divine, ma tre aspetti (modi) dell'unica sostanza divina.