Fisiologo olandese. Esercitò la professione medica a Utrecht;
insegnò a Heidelberg e in seguito al Politecnico di Zurigo. Su invito di
De Sanctis, allora ministro dell'Istruzione, occupò la cattedra di
Fisiologia all'università di Torino e poi a quella di Roma. Compì
studi fisiologici e chimico-biologici, relativi alla circolazione del sangue,
alla respirazione, all'innervazione cardiaca. La sua importanza resta tuttavia
legata alla nuova impostazione data alla scienza medica, con l'introduzione del
materialismo positivistico; esso eliminava qualsiasi riferimento metafisico e
religioso nello studio della natura e prevedeva come unici schemi validi di
interpretazione e spiegazione quelli meccanicistici. Esercitò una
notevole influenza sul nascente Positivismo italiano, soprattutto sulla scuola
antropologica di Lombroso, con le sue numerose opere, fra le quali si ricordano:
La circolazione della vita (1852),
Dei limiti della natura umana
(1964),
L'unità della vita (1864) (Boscoducale, Paesi Bassi 1822 -
Roma 1893).