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Mola.

Tecn. - Utensile rotante, a taglienti multipli, impiegato nelle operazioni di affilatura, sgrossatura, rettifica e finitura di superfici sia metalliche sia non metalliche. Si distinguono m. naturali e artificiali: le prime, ricavate da blocchi di arenaria con silice e quarzo in pasta calcarea, sono usate soprattutto nell'arrotatura; le seconde sono dotate di taglienti costituiti da un impasto di sostanze abrasive, a granuli durissimi, e di sostanze conglomeranti come cementi e leganti. La sostanza abrasiva deve essere dotata di straordinaria durezza, di forma acuminata per tagliare il materiale a trucioli, di granulometria uniforme e di frattura a spigoli vivi; deve resistere alle pressioni di lavoro e alle alte temperature generate dall'attrito. Per le m. artificiali la sostanza abrasiva può essere naturale (smeriglio, corindone) sintetica (ossidi di alluminio, di carburi di silicio o di nitruro di boro cristallino). Per quanto riguarda il cemento, in genere si usano il cemento ceramico o vetrificato, a base di caolino, quarzo, feldspato e argilla; il cemento silicato, costituito da silicato di soda; il cemento resinoso a base di resine termoindurenti, per m. particolarmente elastiche; il cemento gommoso a base di caucciù naturale o sintetico, per m., a spessore ridotto; il cemento metallico, a base di polvere di acciaio, adatto a m. diamantate o al nitruro di boro. In base alle caratteristiche del cemento si distinguono m. dolci e m. tenaci: le prime sono usate per lavorare materiali duri, le seconde per i materiali teneri. Le m. possono essere di varie forme, ma sempre adatte al loro moto rotatorio, ossia sempre data da un solido di rivoluzione. • Ind. cart. - Parte dello sfibratore utilizzato per fabbricare la pasta meccanica di legno. ║ Ciascuna delle due grosse ruote di pietra dura che fanno parte di una molazza. • Ind. conc. - M. a smeriglio: utilizzata per smerigliare le pelli nel loro lato interno. • Agr. - Sinonimo di macina (V.). • Med. - Massa vescicolare o carnosa che si può formare nell'utero e in una tuba a seguito della degenerazione di un ovulo fecondato. ║ M. sanguigna o carnosa: massa carnosa informe determinata da stravasi sanguigni nella membrana ovulare. ║ M. vescicolare o idatidea o idatigena o idatiforme: determinata da un'anomalia dei villi coriali, può riguardare tutto l'apparato villoso (m. vescicolare totale) o solo una parte di questo (m. vescicolare parziale) o l'intera cavità amniotica (m. vescicolare piena). Può limitarsi alla decidua o arrivare a perforare l'utero, nonché penetrare nei vasi sanguigni e produrre metastasi in altri organi. Si accompagna alla morte del feto entro il quarto mese di gravidanza. I sintomi principali sono frequenti metrorragie e un aumento dei fenomeni propri della gravidanza, come vomito e nausea; ad un esame l'utero appare di dimensioni eccessive rispetto al periodo di gravidanza e i valori delle gonadotropine nel sangue e nelle urine troppo elevati.