Pseudonimo di
Lucila Godoy de Alcayaga. Poetessa cilena. Fino al 1925 si
dedicò all'insegnamento, che lasciò per dedicarsi alla carriera
diplomatica, soggiornando come console del proprio Paese in diversi Stati sia
d'Europa che d'America e distinguendosi per i suoi interventi in difesa della
pace. L'esordio della
M. in campo poetico risale al 1914 con la raccolta
Sonetos de la muerte (Sonetti della morte), ispirati alla morte per
suicidio dell'uomo amato e nei quali è evidente l'influsso dei maestri
della poesia modernista Magallanes Moure e Max Jara. Alla raccolta, imperniata
sul motivo centrale dell'amore cantato con toni di accesa sensualità,
seguì
Desolación (1922), che confermò le
qualità della scrittrice e la profondità dell'ispirazione, tra
tenerezza, intimismo e desolazione. La produzione successiva comprende le
raccolte poetiche
Ternura (1924, Tenerezza),
Tala (1938, Taglio
d'alberi),
Lagar (1954, Torchio). Oltre all'attività critica, la
M. si dedicò anche alla scrittura in prosa, raccogliendo i suoi
scritti in alcuni volumi, fra i quali
Lecturas para mujeres (1923) e
Recados, Contando a Chile (1957). Nel 1945 fu insignita del premio Nobel
per la letteratura (Vicuña, Coquimbo 1889 - Hempstead 1957).