Poema teatrale in tre atti di Vladimir Majakovskij, rappresentato nel 1918 con
la regia di V.E. Mejerchol'd. Composto all'indomani della Rivoluzione d'Ottobre,
esso si ispira a tematiche politico-sociali e costituisce un vero e proprio
manifesto del Futurismo russo. La trama si basa sulle vicende di due gruppi di
uomini, rappresentanti dei popoli civili (14 uomini puliti) e del proletariato
(14 uomini sporchi): costruita un'arca ed eletto re il Negus, i puliti
stabiliscono un regime democratico, nel quale tuttavia finiscono per prevalere
solo i loro interessi a discapito di quelli degli operai, finché questi
si ribellano assumendo il comando della nave. Su indicazione dell'"uomo comune"
che cammina sul mare, essi attraversano l'Inferno e il Paradiso, per giungere
finalmente a una città nuova, dove la tecnologia rappresenterà la
fonte della loro felicità. L'opera ha un'impostazione ideologica,
evidente soprattutto nel messaggio che solo la fine dello sfruttamento di molti,
a vantaggio di pochi, potrà assicurare a tutti la felicità.