Voce inglese: arte minima. Corrente artistica sviluppatasi negli Stati Uniti
d'America verso la metà degli anni Sessanta, in opposizione alla Pop art
e all'Astrattismo. Caratterizzata da forme semplici e da un'espressività
essenziale, si fondava su elementi geometrici elementari, colori puri, materiali
della moderna tecnologia industriale. Si riproponeva di creare opere
minime, estremamente semplici nella loro materialità assoluta,
sintesi di architettura, pittura e scultura, capaci di coinvolgere e
rideterminare lo spazio con la loro serialità, secondo un rigore e una
modularità che eliminasse ogni coinvolgimento emotivo. Il momento di
massima affermazione della
M.a. si ebbe nel 1966 con la mostra
Primary
Structures al Jewish Museum di New York. Tra i suoi precursori si ricordano:
B. Newman, A. Caro; i suoi esponenti principali furono: F. Stella, D. Bannard,
R. Morris, C. Andre, D. Judd, R. Serra, P. King, S. Lewitt. Tra gli artisti
italiani che aderirono a questa corrente ricordiamo: L. Marzot, N. Carrino, R.
Barisani, G. Pardi e G. Piacentino.