eXTReMe Tracker
Tweet

Miller, Henry.

Scrittore statunitense. Di estrazione piccolo-borghese, fin da giovane si dedicò alla lettura di Nietzsche, Proudhon, Stirner, alla quale unì la lezione di Whitman, Emerson e del trascendentalismo americano. Dopo essersi trasferito a Parigi nel 1930 esordì con il romanzo Tropico del Cancro (1934), nel quale contro tutti i falsi miti della cultura occidentale viene profetizzata la rinascita dell'individuo tramite il ritrovamento della propria identità smarrita, unico valore in un mondo caotico e senza certezze. Ricco di riferimenti alla sfera sessuale e steso in un linguaggio crudo e privo di eufemismi, il romanzo suscitò numerose e aspre polemiche. Il romanzo successivo, Tropico del Capricorno (1938), considerato il capolavoro di M., confermò l'intento aspramente polemico della sua ispirazione, riproponendo duri attacchi alla società e alla cultura americana. Essi costituiscono anzi un elemento costante di tutta l'opera dello scrittore statunitense, come è possibile rilevare dalla lettura dei romanzi successivi, L'incubo ad aria condizionata (1945) e Ricordati di ricordare (1947). Anche in sede critico-letteraria M. condusse vivaci polemiche, per esempio nel volume Max e i fagociti bianchi (1938), in particolare nello studio su Proust e Joyce (L'universo della morte). Tornato negli Stati Uniti nel 1940, due anni dopo si stabilì sulla costa californiana, iniziando la composizione della cosiddetta trilogia di "autoromanzi" La crocefissione in rosa (Sexus, 1949; Plexus, 1953; Nexus, 1960): si tratta di testi nei quali M. narra, attraverso le due sole categorie del sesso e dell'arte, la propria esperienza esistenziale fino alla liberazione finale e al congiungimento con la coscienza cosmica. M. fu autore prolifico, la cui scrittura si distingue per l'oscillazione continua fra i poli opposti di una prosasticità che si spinge fino all'osceno e di un accentuato lirismo che attinge al simbolico e al surreale. Furono proprio tali caratteristiche di stile, unite alla forte carica ribelle e anticonformistica, ad attrarre i giovani esponenti della Beat Generation, che in M. riconobbero un maestro e una guida. Fra le sue opere, che oltre ai romanzi comprendono anche lavori teatrali, si segnalano ancora: Primavera nera (1936); L'occhio cosmologico (1939); Il Colosso di Marussi (1941), resoconto del soggiorno dell'autore in Grecia insieme a L. Durrell; Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch (1957). Fra i saggi merita attenzione soprattutto il volume Il tempo degli assassini (1956), rilettura appassionata della poesia di Rimbaud (New York 1891 - Pacific Palisades, California 1980).