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Mill, James.

Filosofo, storico ed economista inglese. Discepolo di J. Bentham, collaborò con lui alla pubblicazione della "Westminster Review", ispirata al Radicalismo filosofico che si diffondeva in Europa nel primo Ottocento. Nella sua prima opera, una Storia dell'India (1818) in sei volumi, tentò di ripercorrere per la prima volta la storia della civiltà indiana, sottolineandone i tratti più originali e rivolgendo severe critiche al Governo inglese. Impiegato presso la Compagnia delle Indie Orientali, nel 1820-21 collaborò con diversi articoli all'Enciclopedia Britannica, esprimendo posizioni molto vicine al Radicalismo e riprendendo le teorie demografiche malthusiane. Mentre in campo economico M. non diede un contributo originale alle idee già espresse da Smith, Ricardo e Malthus (delle quali offrì un'esposizione sistematica nel volume Elementi di politica economica, 1820), in campo filosofico egli si occupò in particolare di problemi gnoseologici, nel tentativo di fornire un'analisi completa dei fenomeni mentali (Analisi dei fenomeni dello spirito umano, 1829). La dottrina gnoseologica di M. escludeva qualsiasi forma di associazionismo meccanico e spiegava invece i fenomeni mentali mediante un'analogia tra le associazioni di idee e i composti chimici: come questi, infatti, le idee complesse composte per associazione e analizzabili in parti mantengono tuttavia una loro qualità irriducibile. I fenomeni mentali vanno quindi ricondotti, con un procedimento proprio delle scienze naturali, agli elementi primitivi, cioè alle sensazioni. In tal modo M. dava alla scienza dello spirito una base positivistica, basata sulla ricerca dei fatti ultimi e dei principi elementari; anche la vita morale, in questo sistema filosofico, poteva essere spiegata secondo un procedimento analogo di associazione di idee elementari, nel quale l'idea del piacere scatena l'idea di un'azione che lo possa provocare (Northwater Bridge, Forfarshire 1773 - Londra 1836).