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Michele III Fedorovič Romanov.

Zar di Russia. Figlio di Fëdor Nikitič Romanov e discendente di una grande famiglia boiara, che vantava parentele con Ivan IV il Terribile, M. fu il capostipite della dinastia dei Romanov, destinata a regnare ininterrottamente sulla Russia fino al 1917. Suo padre nel 1601 fu costretto a farsi monaco con il nome di Filarete per ordine dello zar Boris Godunov; divenne poi metropolita di Rostov e conobbe la prigionia presso i Polacchi. Allorché Mosca venne liberata dalla dominazione straniera (1613), l'Assemblea delle province russe scelse quale candidato al trono, tra le migliori famiglie moscovite, il giovane M., allora appena sedicenne, allo scopo di mettere fine al "periodo dei torbidi" seguito alla morte di Ivan IV e di Boris Godunov. In un primo tempo fu la stessa Assemblea a esercitare il potere e ad affiancare il nuovo zar nella direzione politica dello Stato. Dal 1619, tuttavia, fu il padre di M., Filarete, nel frattempo tornato dalla prigionia e divenuto patriarca di Mosca, il vero protagonista della politica nazionale. Il patriarca Filarete unificò nella sua persona il potere temporale ed ecclesiastico, avviando un processo che influì sullo sviluppo successivo dello Stato russo; ebbe ufficialmente il titolo di "grande Godusar", cioè di reggente della corona, e poté quindi, essere considerato come l'autentico iniziatore della potenza dei Romanov. Nei primi anni di regno M., coadiuvato dal padre, si dedicò al consolidamento dello Stato, fortemente indebolito dai disordini interni degli anni precedenti; l'assetto amministrativo e l'economia versavano infatti in condizioni disastrose, rendendo necessari interventi di emergenza e il varo di un piano complessivo di ricostruzione dello Stato. La precarietà della situazione interna e le minacce provenienti dall'esterno imposero la realizzazione di un'accorta politica diplomatica: nel 1617 il sovrano firmò nei pressi di Pietroburgo la Pace di Stolbovo con la Svezia, con la quale la Russia rientrava in possesso del territorio di Novgorod e di altre città occupate durante i torbidi, ma veniva estromessa dal Baltico; nel 1634 fu conclusa una "pace eterna" con la Polonia (Pace di Pomerania), in base alla quale la Russia rinunciava al territorio di Smolensk, che invano aveva tentato di recuperare militarmente, e Ladislao IV di Polonia rinunciava formalmente alle sue pretese al trono moscovita e riconosceva M. come zar. Per quanto concerne la politica interna, il regno di M. fu caratterizzato da una profonda riorganizzazione delle strutture amministrative, operata gradualmente anche accordando significativi privilegi alla classe dei funzionari. La debolezza dello zar consentì alla nobiltà di rafforzare il suo potere. Allo scopo di evitare che le popolazioni contadine, disperse da dodici anni di guerre e di disordini, abbandonassero la terra, lo zar istituì un più stretto legame giuridico dei contadini ai poderi lavorati (1636), consolidando la servitù della gleba. Fu in questa fase storica pertanto che si affermò lo strapotere della grande aristocrazia fondiaria, basata sullo sfruttamento del lavoro di grandi masse contadine. Nacquero così i presupposti del grave malcontento delle classi popolari che, di lì a pochi anni, avrebbe prodotto un'ondata di moti insurrezionali nelle campagne. Sotto il regno di M. fu notevole anche l'opera di colonizzazione interna, specie nell'immensa Siberia e nei territori bagnati dal Volga. Infine, risale a questo periodo la fondazione, a scopo difensivo, delle città fortificate di Penza, Tambov, Simbirsk (Mosca 1596-1645).