Imperatore bizantino. Membro della nobile famiglia greca dei Rangabé,
salì al trono nell'811, in seguito all'uccisione, nel corso della guerra
contro i Bulgari, dell'imperatore Niceforo I, di cui aveva sposato la figlia.
Incontrata, inizialmente, l'opposizione dell'esercito, che appoggiava il
legittimo erede Stauracio, figlio di Niceforo I, riuscì in seguito a
guadagnare il consenso della guardia palatina, del Senato e del patriarca. Una
volta sul trono, il nuovo monarca cambiò indirizzo alla politica di
Niceforo, che era stato un iconoclasta convinto e aveva inviato in esilio i
difensori del culto delle immagini. Gli esiliati vennero richiamati in patria e
uno di essi, l'abate Teodoro, divenne consigliere privato della Corona. Con
questo atto
M. si alienò definitivamente le simpatie
dell'esercito, nelle cui file l'iconoclastia trovava largo seguito. Si
verificarono dunque gravi atti di insubordinazione collettiva e quando
M.
venne duramente sconfitto dai Bulgari presso Adrianopoli (giugno 813), il
diffuso malcontento portò alla sua deposizione: sul campo di battaglia i
suoi soldati proclamarono imperatore lo stratega degli Anatolici, Leone. Da
allora
M. visse esule, dapprima nell'isola di Faro e successivamente in
quella di Peotes, rinchiuso in un convento (m. 848).