Filosofo francese di origine polacca. Si dedicò inizialmente a studi
scientifici, quindi, dopo essersi trasferito in Francia, si rivolse a quelli
filosofici, con particolare riguardo al problema del fondamento critico delle
scienze. Tra i massimi rappresentanti dell'epistemologia moderna,
M.
analizzò la metodologia delle scienze della natura, valutandone il
contenuto logico e ponendo in evidenza quanto di soggettivo e di convenzionale
il ricercatore mette nello studio dei fenomeni attraverso il metodo
sperimentale. Nella concezione di
M. scopo ideale della scienza è
quello di ridurre il ricco e svariato mondo della natura a poche entità
omogenee e persistenti, identiche nel tempo e nello spazio: la scienza, al
contrario di quanto credettero i positivisti, non deve solo studiare come i
fenomeni si verificano, ma deve spiegarne le ragioni riconoscendone le cause. La
spiegazione scientifica si fonda, secondo
M., su alcuni principi
fondamentali: quello di identità, mediante il quale il molteplice viene
identificato con l'uno; quello di causalità, cioè lo stesso
principio di identità trasferito sul piano dell'esistenza temporale;
quello di conservazione dell'energia; la legge d'inerzia. Secondo
M. la
teoria contemporanea che più si avvicina a tale concezione filosofica
è quella della relatività elaborata da Einstein. Tuttavia il
tentativo compiuto dalla scienza è destinato irrimediabilmente al
fallimento, almeno parziale, poiché alcuni fenomeni sono irriducibili a
tale processo di sintesi, e sono quindi irrazionali. Anche la filosofia deve
avere come scopo principale quello di giungere all'identità del
molteplice, oltrepassando però i limiti del mondo visibile e
costituendosi come metafisica. Fra le opere principali di
M. si
ricordano:
Identità e realtà (1908),
La spiegazione
nelle scienze (1921),
Il cammino del pensiero (1931) (Lublino 1859 -
Parigi 1933).