(dal greco
metabolé: trasformazione). Insieme delle trasformazioni
chimiche ed energetiche che si verificano nelle cellule e negli organismi
viventi, tramite cui l'organismo ricava dalle sostanze alimentari l'energia
necessaria alle sue diverse funzioni. • Encicl. - I primi studi sul
m. risalgono alla fine del XVIII sec. ad opera di Lavoisier e Laplace, i
quali dimostrarono il rapporto esistente tra la produzione di calore e il
consumo di ossigeno (combustione di carbonio), nonché la
proporzionalità tra la quantità di calore e la quantità di
gas eliminato. Successivamente Crawford riuscì a dimostrare il legame tra
quantità di calore e quantità di ossigeno consumato. Nel secolo
successivo, sulla scia delle scoperte fisiche circa la convertibilità
delle diverse forme di energia, Rubner, Pettenkofer e altri condussero studi
volti a dimostrare l'applicabilità delle leggi fisiche di conservazione e
convertibilità dell'energia anche agli organismi viventi. Le loro ipotesi
vennero confermate da Atwater, che riuscì a dimostrare che l'energia
prodotta dall'ossidazione completa degli alimenti in un organismo è
uguale a quella di una bomba calorimetrica. • Fisiol. - Nel processo
metabolico si distinguono abitualmente due fasi: una fase di scissione e di
demolizione delle sostanze assunte tramite la dieta, con produzione di molecole
più semplici e liberazione di energia, detta
catabolismo, e una
fase di costruzione di molecole complesse a partire da composti più
semplici, comportante dispendio energetico, detta
anabolismo. Reazioni
anaboliche e cataboliche avvengo contemporaneamente negli organismi e la loro
velocità è indipendente. Mentre i processi di natura catabolica
convergono tutti nella produzione di calore, quelli anabolici si differenziano a
seconda delle diverse sostanze prodotte a partire da pochi elementi semplici.
Nel catabolismo si distinguono generalmente tre fasi. Nella prima,
corrispondente alla digestione e all'assorbimento delle sostanze nutritive, si
ha la trasformazione dei vari composti presenti nei cibi in elementi-base
(glucosio, glicerolo, acidi grassi, amminoacidi) con scarsa produzione di
energia. In una seconda fase gli elementi-base vengono parzialmente ossidati e
ridotti a tre soli acidi organici (citrico, ossalacetico e acetilacetico). Nella
terza fase, infine, attraverso complesse reazioni, si verifica l'ossidazione
completa, i cui prodotti finali sono acqua e anidride carbonica. L'energia
liberata durante i processi catabolici viene utilizzata dal lavoro muscolare,
per mantenere costante la temperatura corporea, o per produrre composti
utilizzabili come riserva energetica. Infatti molta dell'energia liberata dal
catabolismo viene conservata come energia di legame dell'ATP (adenosina
trifosfato) e di atomi di idrogeno ricchi di energia trasportati dalla NADPH
(nicotinamide adenina dinucleotide fosfato). ATP e NADPH sono a loro volta
utilizzati nell'anabolismo per trasformare le piccole molecole precorritrici in
macromolecole. L'unità di misura del
m. è la
caloria, o, più frequentemente il suo multiplo, la
kilocaloria. ║
M. basale:
m. determinato in
condizioni sperimentali standard per calcolare il dispendio minimo di energia
necessario a mantenere le funzioni vitali (respirazione, battito cardiaco,
secrezioni, ecc.), in assenza di movimenti. Il
m. basale si calcola a
digiuno, in condizione di riposo, alla temperatura ambiente di 25°C,
considerando la quantità di calorie consumate in un'ora per ogni metro
quadrato di superficie del corpo. I fattori che possono influenzare il
m.
di base sono: l'età, il sesso, la razza, il clima, l'alimentazione, la
pressione parziale di ossigeno, la temperatura interna, il funzionamento
endocrino. ║
M. dei glucidi, dei lipidi, dei protidi: talvolta si
usa distinguere i processi metabolici di tali sostanze, componenti fondamentali
dei vari alimenti, in quanto esse hanno esiti parzialmente diversi nel corso
della metabolizzazione, alcune avendo una funzione plastica, mentre altre una
energetica. Non di meno si può dire che la distinzione di sezioni
metaboliche separate sia del tutto artificiosa, in quanto le vie metaboliche di
tali sostanze sono strettamente intrecciate, e la loro dissimilazione converge
in un unico ciclo ossidativo. ║
M. intermedio: parte del
m.
implicata nella sintesi dei costituenti cellulari e nella loro degradazione.
║
M. terminale: la parte del
m. implicata nella demolizione
delle sostanze cellulari in molecole semplici, che vengono in seguito eliminate
dall'organismo. ║
Malattie del m.: malattie causate dalla
disfunzione nei processi biochimici (enzimatici e/o ormonali) che presiedono al
m. È tuttavia alquanto difficile distinguere tra malattie
endocrine e metaboliche, in quanto entrambe derivano da disfunzioni di sintesi o
di distribuzione ormonale. Tra le malattie metaboliche derivanti da anomalie
enzimatiche ricordiamo la gotta e la fenichetonuria. Diabete mellito e
ipertiroidismo sono invece disturbi metabolici causati da disfunzioni di tipo
ormonale.