Economista austriaco. Già funzionario statale, nel 1873 fu chiamato alla
cattedra di Economia politica della facoltà di Legge
dell'università di Vienna, dove insegnò sino al 1903. Stimato oggi
come uno dei fondatori della scuola marginalista,
M. elaborò per
primo il principio dell'
utilità marginale: per essa, non solo
nella domanda ma anche nello scambio, il valore di un bene è dato dal
valore soggettivo che dipende dal bisogno. Nella sua opera
Principi di
economia politica (1871), egli diede poi una formulazione sistematica alla
propria teoria e trattò ampiamente il problema della connessione tra
utilità e prezzi e tra utilità e distribuzione: egli dedusse
infatti anche il valore dei fattori di produzione da quello dei beni prodotti.
La sua fama è legata anche alla battaglia metodologica che
affrontò in ambito accademico in polemica con la "scuola storica", cui
è dedicato
Studi sul metodo delle scienze sociali e specialmente
dell'economia politica (1883). Tra le sue opere ricordiamo ancora:
Gli
errori dello storicismo nell'economia politica tedesca (1884);
Teoria del
capitale (1888);
Elementi per una classificazione delle scienze
economiche (1899) (Nowy Sacz, Galizia 1840 - Vienna 1921).