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Mendoza y Bobadilla, Francisco de.

Cardinale e uomo politico spagnolo. Formatosi presso le università di Alcalá e Salamanca, si laureò in Diritto e Teologia (1528), ottenendo diversi incarichi ecclesiastici, tra cui la nomina ad arcidiacono di Toledo. Nel 1535 diventò vescovo di Coria ma svolse soprattutto attività diplomatica presso le corti italiane, per incarico di Carlo V. A Roma ebbe contatti con numerosi esponenti dell'Umanesimo, grazie ai quali approfondì la sua cultura e avviò la ricerca di manoscritti antichi, che portò in Spagna in grande quantità e che sono oggi conservati nella Biblioteca Nazionale di Madrid. Strinse amicizia con Sant'Ignazio di Loyola, sostenendolo nella fondazione di numerosi collegi di Gesuiti. Cardinale nel 1544, fu scelto come vescovo di Burgos nel 1550. Scrisse opere esegetiche e teologiche, tra cui il De naturali cum Christo unitate, quam per dignam Eucharistiae sumptionem fideles consequuntur. In esso si dava una particolare interpretazione della dottrina del "corpo mistico di Cristo" (normalmente riferita alla Chiesa), ancora oggi discussa dai teologi: secondo M. la pratica eucaristica da parte dei fedeli comporterebbe una concorporatio in quanto essi sarebbero resi "cristiformi" (Cuenca 1508 - Burgos 1566).