eXTReMe Tracker
Tweet

Mein Kampf.

(La mia lotta). Titolo di un'opera di Adolf Hitler, composta durante il periodo di detenzione nel carcere di Landsberg (aprile-dicembre 1924), a seguito della sua partecipazione al Putsch di Monaco del novembre 1923. L'opera, pubblicata nel 1925-27, è divisa in due parti, una a carattere autobiografico-politico, l'altra di tipo programmatico, in cui l'autore espone le basi teoriche del Partito nazionalsocialista, che viene a caratterizzarsi come un movimento antisemita, anticomunista, antiparlamentare. L'idea centrale del pensiero di Hitler è quella della "nazione razziale" o del "popolo organico", che non corrisponde al concetto politico di Nazione: quest'ultima, infatti, non si può definire una razza nel senso biologico che le attribuisce la dottrina nazionalsocialista, ma è tale solo in rapporto alla cultura che, di fatto, è sempre acquisita dall'esterno. Il problema razziale è considerato di importanza fondamentale e chiave di interpretazione storica: così, ad esempio, Hitler attribuisce il collasso del Secondo Impero germanico alla sua incapacità di rendersi conto dell'importanza della razza. I postulati fondamentali della dottrina della razza sono enunciati con chiarezza, anche se non molto sistematicamente, nel M.K. Essi possono essere così sintetizzati: 1) ogni progresso sociale avviene attraverso una lotta per la vita in cui i più capaci sopravvivono mentre i più deboli soccombono; 2) l'ibridizzazione, che avviene attraverso la commistione di due razze, porta sempre alla degenerazione di quella superiore. Questi ibridismi razziali provocano la decadenza culturale, sociale e politica; tuttavia una razza può purificarsi per il fatto che gli ibridi tendono a scomparire rapidamente; 3) sebbene la cultura e le istituzioni sociali esprimano direttamente le capacità creative proprie della razza, tutte le civiltà superiori, o le culture di rilievo, sono creazione di una sola razza o, al massimo, di poche. Specificamente le razze si possono dividere in tre tipi: la razza creatrice di cultura, o ariana; le razze portatrici di cultura, che possono adottare e adattare la cultura altrui, ma non crearne una propria; la razza distruttrice della cultura, ossia la razza ebraica. La razza creatrice esige degli "ausiliari" per eseguire alcuni lavori o servizi e questi devono essere compiuti da razze-suddite o di qualità inferiore; 4) nella razza creatrice, l'ariana, l'autoconservazione si è trasformata da istanza egoistica in cura della comunità, espressione di quel senso del dovere e di quell'idealismo (onore) che sono le sue stesse qualità morali preminenti.