Pittore e scultore francese. Dopo aver intrapreso studi di Diritto presso
l'università di Parigi, iniziò a lavorare nello studio di un
avvocato. Appassionato di pittura, decise, qualche anno più tardi, di
abbandonare l'impiego per frequentare l'Académie Julian, dove fu allievo
di Bouguereau e Ferrier. Nel 1893 entrò all'Ecole des Beaux-Arts,
completando la sua formazione sotto la guida di G. Moreau; in questo ambiente
stimolante ebbe la fortuna di conoscere artisti come Marquet, Rouault, Piot,
Camoin, Manguin. Tra il 1893 e il 1895 realizzò opere, raffiguranti
nature morte e interni, in uno stile ancora tradizionale; alcuni dei quadri di
questo periodo, tuttavia, lasciano presagire gli sviluppi futuri della sua arte
(in particolare ricordiamo
L'atelier de G. Moreau, Parigi, Galleria
Maeght). La ricerca stilistico-espressiva di
M. proseguì con lo
studio delle opere degli impressionisti, di Cézanne, di Van Gogh, di
Gauguin, e traendo spunti dall'arte orientale, giapponese e islamica. I singoli
apporti delle varie esperienze artistiche furono accolti e rielaborati, fino
alla creazione di un nuovo linguaggio figurativo, i cui primi esiti compiuti
risalgono agli anni 1904-05. Nei quadri realizzati a Collioure nell'estate del
1905 (
Pastorale, La côte, Collioure) è già
percepibile la carica innovativa dell'arte di
M., con tutte le sue
caratteristiche salienti: l'impiego di colori violenti distribuiti in ampie e
piatte campiture, segno di una volontà più espressiva che
descrittiva; la creazione di contrasti netti tra zone cromatiche; una
composizione ridotta nei suoi elementi essenziali in cui si evidenzia l'eleganza
delle linee di contorno. L'appellativo di
fauve fu dato a
M.
durante una memorabile esposizione al Salon d'Automne (1905); in quel periodo,
in Germania, si stava sviluppando l'Espressionismo, movimento rispetto al quale
i Fauves costituivano una variante. La differenza tra i due gruppi stava nella
minore drammaticità delle opere dei Fauves e in un uso, da parte di
questi ultimi, del colore acceso come espressione di un'autentica
joie de
vivre, caratteristica di ogni opera di
M. Tra il 1910 e il 1920
l'artista meditò sul Cubismo e si interessò alle tecniche di
scomposizione geometrica, pervenendo, nelle sue opere, ad una maggiore
semplificazione compositiva (
Tête rose et bleu, 1913;
Les
marocains, 1916). I quadri di
M. di questo periodo trattano temi
ricorrenti (danzatrici, odalische, interni), nel tentativo di raggiungere la
perfezione formale:
La danza (1910, San Pietroburgo, Ermitage),
Odalisca con pantaloni rossi (1922, Parigi, Musée National d'Art
Moderne),
Odalisca (1927, Parigi, Musée National d'Art Moderne).
All'ultima fase della pittura di
M. appartengono i
papiers
découpés, splendidi divertimenti cromatici nei quali l'artista
utilizzò una tecnica che gli permise di disegnare nel colore:
La
tristezza del re (1952, Parigi, Musée National d'Art Moderne). Di
notevole rilevanza risulta anche la produzione di disegni, incisioni,
illustrazioni (
Poesie di S. Mallarmé, 1932;
Ulisse di J.
Joyce, 1935;
I fiori del male di C. Baudelaire, 1947) (Le Cateau 1869 -
Cimiez 1954).
Henri Matisse: “Ritratto con la riga verde”