Pseudonimo di
Tommaso Guardati. Novelliere italiano. Dal 1463 fu
cortigiano e segretario di Roberto di Sanseverino, principe di Salerno. È
considerato uno dei migliori novellieri italiani dopo Boccaccio, la cui
influenza è evidente nella raccolta
Il Novellino, organizzata
secondo lo schema del
Decameron come una serie di racconti (50 in totale)
narrati da dieci personaggi nell'arco di alcune giornate. Si tratta di novelle
di argomento burlesco, licenzioso, talvolta aspramente ironiche nella satira
anticlericale, talvolta invece di argomento drammatico, narrato con toni cupi.
Nonostante il modello boccaccesco impacci talvolta la narrazione di
M.,
lo scrittore riesce tuttavia a trovare uno stile personale che alla
solennità del periodare unisce l'uso equilibrato del dialetto, creando
uno dei migliori esempi di prosa letteraria meridionale. L'opera, probabilmente
raccontata a voce dallo stesso
M., fu pubblicata postuma da Francesco del
Tuppo (Sorrento, Napoli 1415 circa - Salerno 1475).