Re di Baviera. Secondogenito del duca Federico di Zweibrücken,
prestò servizio nell'esercito francese durante il regno di Luigi XVI,
lasciandolo allo scoppio della Rivoluzione. Nel 1795, essendo morto il fratello
Carlo II, acquistò il titolo ducale di Zweibrücken, territorio
occupato in quel momento dai Francesi. Quando, nel 1799, morì senza eredi
l'elettore Carlo Teodoro, ottenne anche il trono elettorale di Baviera, regione
in cui esercitò una grande opera di riforma secondo gli ideali
illuministici. Attraverso il governo guidato da Montgelas, promosse lo sviluppo
dell'agricoltura e del commercio, la perequazione delle imposte, la
riorganizzazione del sistema giudiziario e dell'istruzione. In campo
confessionale stabilì la libertà e l'uguaglianza di fronte allo
Stato di tutte le religioni (Editto di religione, 1809), adottando un controllo
in campo ecclesiastico ispirato al giuseppinismo. Allineato all'Austria contro
la Francia rivoluzionaria, fu sconfitto a Hohenlinden (1800) e, dopo la pace di
Lunéville del 1801, adottò una politica filofrancese, anche in
risposta agli ennesimi tentativi austriaci di annettere la Baviera. In cambio
della cessione dei possedimenti sulla sinistra del Reno, ottenne dalla Francia
garanzie sul resto del ducato e altri territori già appartenenti ai
vescovadi di Ratisbona, Frisia, Augusta, Bamberga, Würzburg. Nel 1805
M. appoggiò decisamente Napoleone e, con la pace di Presburgo del
1806, vide estendere la sua giuridizione su parte della Svevia e della
Franconia, sul Tirolo e sul Vorarlberg. Inoltre gli furono assegnati titolo e
dignità regali. Nel 1808, nell'intento di favorire l'unificazione dei
suoi possedimenti, promulgò una Costituzione unica che sopprimeva
privilegi e istituti delle singole province. Con lo sfaldarsi del Sacro Romano
Impero, la Baviera entrò nella confederazione renana, che fu alleata a
Napoleone nella guerra del 1809. Con la pace di Vienna
M. ottenne anche
la zona di Salisburgo, Bayreuth ed altri territori, dovendo però cedere
all'Italia una parte dell'Alto Adige. Tuttavia, dopo il fallimento della
campagna di Russia in cui morirono anche molti soldati bavaresi,
M.
cominciò ad intrattenere rapporti con l'Austria, passando alla coalizione
antifrancese quando Napoleone era ancora imperatore, seppure in declino. Questa
tempestività permise a
M. di conservare, anche dopo il Congresso
di Vienna, gran parte dei territori avuti da Napoleone stesso (cedendo
all'Austria Tirolo, Vorarlberg e Salisburgo e ottenendo in compenso
Würzburg e una zona del Palatinato renano) oltre alla corona e alla
preminenza della Baviera rispetto agli altri Stati tedeschi.
M. non
aderì però completamente all'ideologia viennese della
Restaurazione e, pur esonerando Montgelas, difese la laicità dello Stato
bavarese opponendosi anche alla tendenza accentratrice della nuova Costituzione
germanica. Pur concludendo con papa Pio VII un concordato nel 1817, che sembrava
inficiare la parità fra le diverse confessioni e la stessa
autorità statale,
M. ne smorzò gli effetti promulgando in
contemporanea la Costituzione bavarese (marzo 1818) e, in appendice, un nuovo
editto di religione (Mannheim 1756 - Nymphenburg, Monaco 1825).