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Marco d'Agrate.

Pseudonimo di Marco Ferrari o Ferreri. Scultore italiano. Discendente da una famiglia di artisti attivi in Lombardia e in Emilia Romagna durante il XVI sec., con il fratello Gian Francesco fu autore, tra l'altro, del monumento funebre della famiglia Carissimi, posto nel duomo di Parma (1520-47) e collaborò alla decorazione plastica della chiesa della Steccata, per la quale eseguì anche alcune lesene e capitelli. Trasferitosi in Lombardia, subì l'influenza dell'Amadeo, orientandosi verso uno stile decorativo improntato a un classicismo un po' sforzato, che dimostra l'intento di inserirsi nella cultura rinascimentale. A Milano e a Pavia lavorò nelle due grandi fabbriche del Duomo e della Certosa, aprendosi alle nuove esperienze artistiche proposte dai numerosissimi maestri impegnati nella decorazione dei due complessi. Per il duomo di Milano scolpì le quattro statue di santi poste nella navata meridionale del transetto, i rilievi con le Storie di Cristo (a destra dell'altare della Madonna dell'Albero) e i bassorilievi con Storie del Nuovo Testamento per la balaustra di delimitazione del coro. Sempre per il duomo realizzò, nel 1561, la statua di san Bartolomeo, inizialmente posta sul prospetto meridionale esterno, ma trasferita in seguito nell'interno, che certamente costituiva, per il suo verismo, un fatto nuovo della cultura figurativa lombarda del tempo. Da ricordare anche il monumento funebre per il senatore Giovanni del Conte (1550) nella basilica di San Lorenzo a Milano (Agrate, Milano prima del 1534 - Milano 1571 circa).