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Marcello, Benedetto.

Compositore italiano. Studiò Giurisprudenza a Roma, stabilendosi in seguito a Venezia, dove esercitò la professione di avvocato e fu eletto membro del Consiglio dei Quaranta. Nel 1730 si trasferì a Pola con l'incarico di provveditore della Repubblica e poi nel 1738 a Brescia per esercitarvi le funzioni di camerlengo dogale. Affiancò all'attività pubblica quella di musicista: studiò con Lotti e Gasparini e si dedicò al violino e alla composizione. Il suo spirito caustico, contrario alla moda teatrale del Settecento e ai suoi virtuosismi canori, lo spinse a comporre una pungente opera satirica, Teatro alla moda (1720), nella quale non risparmiò le proprie critiche neppure a Vivaldi. Fu anche un apprezzato teorico e un valido maestro di canto (sua allieva fu la celebre Faustina Bordoni). I suoi scritti e le sue composizioni gli assicurarono la fama tanto fra i contemporanei quanto tra i posteri. La sua vasta produzione spazia attraverso tutti i generi: vocale, strumentale, sacro, teatrale. Lasciò sonate (per flauto, violoncello, clavicembalo, organo), oratori (Giuditta, 1710; Gioaz, 1726), messe, mottetti, canzoni madrigalesche, cantate e lavori teatrali (Arianna, 1727). La sua notorietà è però legata soprattutto all'Estro poetico-armonico (1724-26), raccolta di 50 salmi per voce e basso continuo anche con strumenti, su testo in versi italiani di Giustiniani (Venezia 1686 - Brescia 1739).