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Manzoni, Piero.

Pittore e scultore italiano. La sua attività artistica, svoltasi dal 1957 al 1963 fu densissima di mostre personali e collettive. Prese parte al gruppo d'avanguardia "Orez", all'Aja. Insieme a E. Castellani diresse la rivista "Azimuth". La sua opera appare interamente percorsa da una vena di sardonica demistificazione, nella quale si trovò sostenuto da Castellani, Bonalumi, Baj e Fontana, nonché da numerosi letterati dell'avanguardia italiana. M. intese rinnovare le strutture ideologiche della società in cui viveva, negando la funzione dell'arte come valore in se stesso e teorizzando l'insostenibilità della figura dell'artista, complice del processo di mistificazione esistente a ogni livello di vita. Nel 1957 presentò gli Achromes, quadri interamente bianchi in cui assumevano significati solo gli accostamenti di materiali eterogenei sulla superficie della tela. Seguirono quadri fosforescenti, quelli in polistirolo espanso e cotone, imbevuti di cobalto di cloruro e suscettibili di modificazioni cromatiche col variare del tempo. Nel 1960 realizzò getti d'acqua che tenevano sospesi superfici sferoidali e girevoli e sculture semovibili, capaci di emettere suoni e di muoversi col variare della luce del Sole. Nel 1961 espose a Rotterdam una Linea per le vie della città, una linea che si snodava per centinaia di metri per le strade di Rotterdam. Passò poi alla persone vere, che firmava e che avevano valore di "opera" per il momento che restavano fisse su un piedistallo. L'apparente illogicità della sua produzione volle forse semplicemente dimostrare dall'interno quanta "commedia" sia presente nella produzione artistica (Soncino, Cremona 1933 - Milano 1963).