Religione fondata da Mani (V.). Il
M.
concepisce tutta la realtà esistente come espressione d'una lotta perenne
tra due principi opposti: il bene, la luce, lo spirito, Dio, nel senso proprio
della parola, in contrasto con il male, le tenebre, la materia, lo spirito
demoniaco, il Satana cristiano. Questi due principi (dualismo manicheo), prima
che il mondo sensibile avesse avuto origine, avevano una loro realtà,
oltre che spirituale, anche spaziale: la luce in pace perfetta si estendeva in
tutte le direzioni, a Nord, a Est e a Ovest e circondava le tenebre che avevano
il loro regno al Sud. Da questa opposizione avrebbe avuto origine la sofferenza
nel mondo. Il
M. gettava la sua pessimistica condanna su tutto quanto
è umano e vedeva nel fomite della concupiscenza e della riproduzione la
conseguenza prima del peccato e del male intimamente legato alla natura umana.
L'uomo può cessare di essere strumento delle forze del male se
saprà liberarsi di ogni istinto carnale (rifiutando il matrimonio e il
mangiar carni). In tal modo contribuirà alla liberazione delle particelle
di luce chiuse nella materia. ║ I manichei costituivano una chiesa con una
propria gerarchia: gli uditori o catecumeni (quale fu per nove anni
Sant'Agostino), gli eletti, i preti, e vescovi, gli apostoli e sopra tutti un
capo, che veniva considerato il successore di Mani. Il
M. aveva una
liturgia assai scarsa, anche per l'assenza di sacramenti: tale potrebbe essere
considerato solo il rito di ammissione, consistente nell'imposizione della mano
destra sul neofita. Festa centrale della liturgia manichea era la festa del
bema, cioè della cattedra di Mani, che celebrava il martirio del
Maestro. Il
M. conobbe una vasta diffusione, penetrando in poco
più di un secolo dall'Africa alla Cina, malgrado accanite persecuzioni,
adattandosi di volta in volta all'ambiente nel quale doveva operare.