Denominazione attribuita all'insieme delle indagini giudiziarie avviate nel
febbraio del 1992 dalla Procura di Milano (all'interno della quale si mise in
luce il sostituto procuratore della Repubblica Antonio Di Pietro) all'indomani
dell'arresto a Milano dell'esponente socialista Mario Chiesa, accusato di reato
di concussione. Nel giro di pochi mesi il pool dei sostituti che affiancavano
inizialmente Di Pietro, Gherardo Colombo, Pier Camillo Davigo, Tiziana Parenti,
sotto il coordinamento del procuratore capo Francesco Saverio Borrelli, arrivava
a denunciare, con una serie di arresti o di avvisi di garanzia, un sistema di
potere politico-finanziario basato sul meccanismo delle tangenti
(V. TANGENTOPOLI), dove vigevano i reati di
corruzione, concussione, finanziamento illecito dei partiti, ricettazione.
Venivano travolti nello scandalo esponenti di primo piano nella pubblica
amministrazione e nel mondo imprenditoriale nonché uomini politici di
ogni livello e appartenenti ai diversi partiti. L'inchiesta, scoppiata nel
capoluogo lombardo, si estendeva a macchia d'olio in tutto il Paese, e si
arricchiva di numerosi capitoli, diramandosi in molteplici direzioni e campi
d'indagine fino a colpire la classe politica a tutti i suoi livelli locali e
nazionali.