Celebre famiglia guelfa italiana, di cui si ha notizia dal XII sec. Assunse nel
1295 con
M. II la signoria di Rimini, che tenne fino ai 1528. Oltre a
Rimini, con la linea principale e coi vari rami in cui si divisero, i
M.
tennero più o meno lungamente Cesena, Fossombrone, Cervia, Pesaro, Fano,
Senigallia, e altre terre della Romagna e della Marca d'Ancona. ║
M. da
Verrucchio il Vecchio: fondatore della potenza della famiglia;
podestà e poi signore di Rimini (m. 1312). ║
Giovanni lo
Sciancato (
Gianciotto) (m. 1314) e
Paolo: rispettivamente
marito e amante di Francesca da Rimini (Dante,
Inferno, V). ║
Pandolfo III: primogenito di
Galeotto M.; ebbe la signoria di
Fano, di cui ottenne l'investitura perpetua dal papa (1392). Condottiero agli
ordini di Giangaleazzo Visconti duca di Milano, acquistò dopo la morte di
lui il dominio di Brescia e di Bergamo, ritoltogli poi da Filippo Maria Visconti
(m. 1429). ║
Domenico detto
Novello: figlio naturale
legittimato di Pandolfo III. Regnò dapprima col fratello Sigismondo, poi
ebbe il dominio di Cesena e Cervia, la quale ultima cedette nel 1463 a Venezia,
mentre Cesena venne devoluta alla Santa Sede dopo la sua morte. Amante delle
lettere e delle arti, fondò la Biblioteca Malatestiana di Cesena, tuttora
esistente (m. 1465). ║
Sigismondo Pandolfo: figlio naturale
legittimato di Pandolfo III, valente condottiero e colto mecenate, ma crudele e
senza scrupoli, tipico signore del Rinascimento. Fra il 1433 e il 1463
combatté una serie di guerre, che si conclusero con la perdita, per opera
specialmente del papa Pio II, di quasi tutto il suo dominio. Sfortunata fu anche
la sua spedizione, al servizio di Venezia, contro i Turchi, in Morea. Eresse
l'insigne Tempio Malatestiano di Rimini e altri monumenti e castelli, e
inventò un tipo di bombe incendiarie (1417-1468). ║
Roberto:
figlio naturale legittimato di Sigismondo P., bellicoso e crudele. Si
impadronì di Cesena alla morte di
M. Novello suo zio (1465), ma
dovette presto ritirarsi e accontentarsi di poche terre vicine; dopo la morte
del padre s'insignorì con frode di Rimini e fece morire gli eredi
legittimi, Isotta sua matrigna e Sallustio suo fratellastro. In seguito difese
vittoriosamente il suo Stato contro papa Paolo II, e fu condottiero al servizio
di diversi signori (1440 circa-1482).