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Malatesta, Errico.

Anarchico italiano. Studente di Medicina a Napoli, conobbe E. Covelli e Carlo Cafiero che lo iniziarono alle idee socialiste e internazionaliste. In seguito divenne discepolo e amico di Bakunin, che si era recato in Italia per contrastare l'influenza del mazzinianesimo nel movimento operaio. Nel 1872 M. entrò nella Prima Internazionale comunista e in breve tempo ne divenne uno dei dirigenti italiani. Nello stesso anno subì la sua prima condanna per vilipendio alle istituzioni. Nel 1877 fu arrestato per aver diretto e organizzato i moti nel Matese. In seguito fu più volte condannato e costretto a rifugiarsi fuori dall'Italia. In esilio fu fondatore e direttore di numerosi giornali di propaganda socialista e anarchica, tra i quali "La questione sociale", che veniva pubblicata a Firenze. Fuggito dall'Italia fu espulso successivamente da Svizzera, Francia e Belgio. Si trasferì quindi negli USA, in seguito in Sudamerica, dove partecipò a una spedizione scientifica nella Terra del Fuoco. Tornato poi in Italia fondò ad Ancona il giornale l'"Agitazione". Nel 1898 fu condannato nuovamente e rinchiuso nel carcere dell'isola di Lampedusa. Riuscito a evadere si rifugiò in Spagna dove fu condannato a morte in contumacia per aver partecipato a moti insurrezionali. Riparato negli USA ne venne espulso e si rifugiò in Inghilterra. Rientrato in Italia fondò ad Ancona, nel 1913, il settimanale "Volontà". Nel 1914 fu uno dei promotori della "settimana rossa". Dopo la repressione di questa fu costretto a riparare nuovamente in Inghilterra dove si batté contro la guerra, venendo in urto per questa sua presa di posizione con Kropotkin e altri esponenti anarchici. Tornò in Italia nel 1919 e continuò la sua attività di agitatore fondando a Milano il settimanale "Umanità nova". L'avvento del Fascismo gli impedì di continuare l'attività politica. Fino al momento della sua morte fu sorvegliato a vista dalla polizia politica (Santa Maria Capua Vetere 1853 - Roma 1932).