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Mahfūz, Nagīb.

Scrittore egiziano. Tra i maggiori interpreti della letteratura in lingua araba della seconda metà del Novecento, M. ha dato espressione realistica alla vita popolare della sua città, il Cairo. Caratterizzati dall'uso della tecnica del monologo interiore, attraverso la quale i suoi personaggi rivelano se stessi, sono i romanzi Khān al-Khalīlī (1941), La strada del Pilon (1947), Miraggio (1948), Nascere e morire (1949), Trilogia del Cairo (1956-57), Il ladro e i cani (1962), Il tordo e l'autunno (1962), I bambini del nostro quartiere (1963), Il mendicante (1965), Miramare (1967), Gli specchi (1972), Amore sotto la pioggia (1973) e le raccolte di novelle Una casa malfamata (1965), Il bar del gatto nero, Luna di miele (1971), Qustumar caffè (1988), Il tempo dell'amore (1990), I figli della medi (1991), Battaglia di Tebe (2001). Insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1988, per aver dato forma a una narrativa araba di portata universale, nel 1994 ha subito un attentato ad opera degli integralisti islamici (Il Cairo 1912-2006).