Pittore italiano. Artista autodidatta, si dedicò alla pittura senza aver
frequentato corsi di pittura e si formò a contatto diretto delle
avanguardie del suo tempo: nel 1913 frequentò gli intellettuali raccolti
intorno alla rivista "Lacerba", fra i quali Marinetti, Papini, Soffici. Ma
più che dal Futurismo, e dalle connotazioni polemiche di questo, si
sentì attratto dalle problematiche formali del Cubismo e dal colore dei
fauves. Nel 1914 si trasferì a Parigi ed entrò in intimo
rapporto con Apollinaire, Léger, Delaunay, Jacob, cominciando a dipingere
i primi quadri secondo uno stile geometrico-astratto analogo a quello di
Kandinskij, Picabia, Kupka. Il 1918 fu il periodo delle cosiddette
Esplosioni
liriche, che rivelano una più consapevole adesione alla poetica di
Kandinskij. Dopo un'improvvisa interruzione dal 1928 al 1931,
M.
ritornò a dipingere creando la serie delle
Pietre, che sottolinea
una svolta importante rispetto ai rapporti volumetrici tra l'oggetto osservato e
lo spazio circostante, problema costantemente presente nella sua opera. Dal 1935
l'inventività compositiva diede prova di sé anche nei
collages, in cui la scelta della direzione astratta si precisa come
consapevole volontà di raffigurare una realtà colta nelle intime
pieghe spazio-temporali, al di là delle apparenze visive. La prima
personale è datata 1934; in seguito
M. ha preso parte a
esposizioni di livello internazionale, fra cui le Biennali di Venezia e di San
Paolo del Brasile. Delle sue opere, raccolte nelle principali raccolte pubbliche
e private del mondo, citiamo:
Di un forte tono, Elementi raggruppati,
Progressione (Firenze 1888 - Meudon, Parigi 1971).