Data dell'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale. Fu il
risultato di una serie di trattative segrete condotte dal presidente del
Consiglio Antonio Salandra e dai ministri degli Esteri Di San Giuliano e
Sonnino. Quest'ultimo proseguì i colloqui con l'Austria in base
all'articolo 7 della Triplice Alleanza, che stabiliva compensi per l'Italia in
caso di espansione dell'Austria nei Balcani. L'Austria si mostrò restia
ad accettare il principio della cessione delle terre italiane occupate e dunque
Sonnino intraprese contatti con la Triplice Intesa. In un secondo momento mentre
l'Austria sembrava disposta, allo scopo di evitare l'entrata in guerra
dell'Italia, a fare alcune concessioni territoriali, l'Italia firmava con
l'Intesa i patti di Londra (26 aprile 1915) e denunciava (3 maggio) la Triplice
Alleanza. Nel momento in cui queste iniziative si intrecciavano sul piano
diplomatico, cresceva nella nazione la mobilitazione a favore della tesi
interventista nonostante l'opposizione della maggioranza del Paese e di quella
parlamentare (socialisti, giolittiani e buona parte dei cattolici). Salandra
tuttavia riusciva a realizzare l'entrata in guerra grazie all'appoggio della
Corona. Condotte a termine le trattative con la Triplice Intesa, la guerra fu
dichiarata all'Austria il 23 maggio con inizio dal 24 (seguirono più
tardi le dichiarazioni di guerra alla Germania e alla Turchia).