Scrittore bresciano. Studiò all'università di Padova, dove in
seguito fu anche docente. È autore di un commento alla
Poetica di
Aristotele, redatto con buona preparazione filologica, in cui sostiene che la
poesia, in quanto consiste nella rappresentazione dei costumi umani, è
una specie di filosofia morale, e come tale ha come proprio fine specifico
l'incitare l'animo umano alla virtù, liberandolo dai vizi, in accordo con
ciò alle teorie della controriforma (Brescia inizi XVI sec. - Ferrara
1564 circa).