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Madre, La.

(Mat'). Romanzo di M. Gorkij scritto dopo il fallimento della rivoluzione del 1905 e pubblicato nel 1907. Pavel, fervente rivoluzionario, viene deportato in Siberia. Sua madre Pelageja Vlasova, una vecchia donna che ha trascorso tutta la vita nella più assoluta miseria, incomincia a condividerne gli ideali e ne prosegue l'azione. Dal romanzo, che costituisce il primo esempio di "realismo socialista", il regista sovietico Vsevolod Pudovkin trasse il suo primo lungometraggio nel 1926, con sceneggiatura di Natan Zarchi. Pudovkin fu assistito nella realizzazione da Michail Doller e poté disporre di attori di chiara fama come Vera Baranovskaja, Nicolaj Batalov, A. Zemcova, ecc. Il film narra della madre del romanzo di Gorkij che è maltrattata dal marito ubriacone, finché questi non muore lasciando alla moglie la responsabilità della famiglia. Il figlio è incarcerato; riesce a evadere dalla prigione durante una sommossa e incontra la madre durante una manifestazione nella quale muoiono entrambi uccisi dalla polizia. Il film registra la presa di coscienza della madre verso la realtà esterna, ma in particolare verso la necessità dell'organizzazione contro il potere politico oppressore e in parallelo è un richiamo agli avvenimenti della rivoluzione russa, il cui fulcro furono operai e contadini, come i protagonisti della manifestazione del film. L'opera fu curatissima nella realizzazione e con la sua fresca essenzialità sembrò anticipare il futuro realismo della cinematografia sovietica. Realizzato nel periodo più felice di tutti i grandi registi russi è considerato come una pietra miliare della cinematografia mondiale.