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Madison, James.

Scrittore politico e quarto presidente degli Stati Uniti. Di professione avvocato, abbracciò la causa della resistenza al dominio britannico e all'età di venticinque anni fu delegato alla convenzione che doveva elaborare la costituzione dello Stato della Virginia (1776). Dal 1780 al 1783 ebbe l'opportunità, quale membro del Congresso continentale, di rendersi conto che esso non rappresentava affatto la diretta espressione della volontà dei coloni, ma costituiva uno strumento degli Stati membri, cui in definitiva spettava il monopolio del potere politico. Alla convenzione di Filadelfia (1787) M. propose di stabilire un rapporto di elezione diretta tra cittadini e governo centrale, scindendo le competenze di interesse comune dalle competenze dei singoli Stati. Il suo acuto progetto, accolto a grandi linee nella costituzione, gli valse l'appellativo di Padre della costituzione. In collaborazione con J. Jay e A. Hamilton scrisse una serie di saggi, successivamente raccolti nel libro The Federalist, svolgendo una decisiva azione propagandistica onde ottenere l'approvazione della costituzione da parte dei singoli Stati. Deputato dal 1789 al 1797, ruppe i rapporti di collaborazione con Hamilton, subendo sempre più il peso dell'influenza di T. Jefferson. Madison dissentiva dalla tendenza di Hamilton a favorire i ceti imprenditoriali, monopolizzatori delle nuove strutture federali. Nel 1800 il partito democratico repubblicano portò alla presidenza Jefferson e M. alla carica di segretario di Stato (1801-1809). Eletto quindi presidente per due consecutivi mandati (1809-1817), il suo operato fu alquanto discusso, in particolare per la guerra del 1812-1814 dichiarata all'Inghilterra e conclusasi, dopo fasi alterne, con perdite reciproche. Nel 1817, allo scadere del secondo mandato presidenziale, M. si ritirò a vita privata (Port Conwav, Virginia 1751 - Montpellier, Virginia 1836).