Architetto italiano. Fu uno degli artisti di maggiore spicco nel periodo di
transizione tra l'architettura tardo-rinascimentale e quella barocca. Nipote di
Domenico Fontana, architetto romano del Cinquecento, si formò nella
bottega di questi lavorando come decoratore e stuccatore (risale a questo
periodo la decorazione del catafalco di Sisto V). Completò la sua
preparazione portando a termine edifici iniziati da altri: è il caso
della chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, di cui progettò la cupola e
il coro, di Palazzo Aldobrandini Patrizi, della Villa Aldobrandini a Frascati,
della Cappella Aldobrandini in Santa Maria sopra Minerva, di Palazzo Chigi in
piazza Colonna, tutte opere il cui progetto iniziale è di Giacomo della
Porta. Progettò pure parte del Palazzo Lancellotti ai Coronari e il
prospetto di San Giovanni degli Incurabili al Corso (iniziati da Francesco da
Volterra). Del 1603 è il progetto della chiesa di Santa Susanna. La
facciata si compone di un duplice ordine architettonico sormontato da un
timpano; sebbene ricordi le facciate tardo-cinquecentesche di Sangallo, Vignola
e Giacomo della Porta, essa si pone già come esempio dello schema tipico
di molte più tarde opere barocche, per la suddivisione in due zone
distinte e fortemente chiaroscurate. La relativa innovazione compositiva non
incontrò, per molto tempo, il favore della critica (famoso, a questo
proposito, è l'indignato commento dello stilista neoclassico Milizia),
soprattutto per quanto riguarda l'invenzione della balaustrata sovrastante il
timpano e che si pone come termine medio tra la costruzione e lo spazio,
alleggerendola e slanciandola verso l'alto. Di maggiore rilievo è Palazzo
Mattei, edificato tra il 1606 e il 1616 per il marchese Asdrubale Mattei di
Giove. Lo schema (facciata longitudinale con bugnato sugli angoli e prevalente
sviluppo della parete piena, cortile a pianta quadrata con porticato di stile
classicheggiante, larga scala a rampe affacciantesi sul braccio centrale del
porticato superiore) ricalca quello dei palazzi romani di Fontana, della Porta e
Ammannati, ma il ritmo disteso e le perfette proporzioni, e soprattutto la
particolare impostazione scenografica fanno della costruzione una creazione
originale e valida. In essa
M. tornò anche ad applicare le proprie
capacità di decoratore ornando lo scalone e il loggiato di stucchi e il
cortile di bassorilievi; sempre nel cortile, secondo una concezione già
applicata nelle ville Medici e Borghese, trovano posto una serie di nicchie di
diverse dimensioni, studiate per l'inserimento di sculture antiche, così
da realizzare una specie di museo. Nei primi anni del pontificato di Paolo V,
M. vinse il concorso bandito per il completamento della basilica di San
Pietro. L'edificio, inizialmente progettato da Bramante, a cui si sostituirono
poi Raffaello e Antonio da Sangallo, e interamente ristrutturato da
Michelangelo, doveva, secondo gli ordini di Paolo V, essere trasformato nella
struttura per riportarlo a corrispondere alla forma tradizionale della basilica
cristiana dalla quale il progetto di Michelangelo era totalmente affrancato.
Nella facciata doveva inoltre essere predisposta una loggia per le benedizioni.
Seguendo queste indicazioni
M. allungò le navate del braccio
longitudinale, trasformando la pianta a croce greca in latina, e vi antepose il
portico. La facciata, secondo il suo progetto iniziale, era concepita stretta
tra due campanili che avrebbero attenuato la sproporzione tra lo sviluppo
orizzontale e quello verticale, ma questi non vennero mai costruiti; anche
l'attico superiore, che nasconde in parte la cupola michelangiolesca, e la
pesantezza che risulta dall'eccessiva plasticità del colonnato centrale e
del timpano, contribuiscono a conferirle un aspetto accademico e privo di
equilibrio. Dell'infelice riuscita dell'opera non può comunque essere
ritenuto unico responsabile
M., considerata la scarsissima autonomia che
gli fu concessa. Salito al papato Urbano VIII,
M. fu incaricato
dell'edificazione di Palazzo Barberini (1626), affidata, dopo la sua morte, a
Borromini prima e a Bernini poi: non è comunque possibile una sicura
attribuzione delle parti ai diversi architetti. Tra le altre opere sono da
ricordare la Cappella Paolina e i Giardini del Vaticano, la cappella e l'altare
maggiore di Santa Maria della Pace, la Cappella Lancellotti in San Giovanni in
Laterano, l'inizio della chiesa di Santa Maria della Vittoria, la cupola di
Sant'Andrea della Valle.
M. ebbe numerosi allievi tra i quali Borromini,
da lui particolarmente stimato (Capolago, Canton Ticino 1556 - Roma 1629).