Grammatico e politico romano. Appartenente alla colta società del tempo,
amico dei Simmachi e dei Nicomachi, fu un alto funzionario dell'impero, con
cariche onorifiche entro e fuori Roma. Di un suo primo scritto
De
differentiis et societatibus graeci latinique verbi, di carattere
grammaticale e didattico, rimangono soltanto frammenti. Ma
M. più
che grammatico si sentì filosofo, politico e antiquario. Nei
Commentarii in somnium Scipionis, un commento al ciceroniano
Sogno di
Scipione,
M. introduce le sue persuasioni filosofiche, ispirate ai
principi e agli ideali del neoplatonismo del tempo. La sua opera maggiore
è
Saturnalia, un dialogo in sette libri, scritto con l'intento che
non andasse del tutto perduta la tradizione degli antichi (IV-V sec.).