Sigla di
Motoscafo armato silurante e di
Motoscafo
antisommergibile. Nella Marina Militare Italiana, motoscafo per azioni
offensive siluranti e di lotta antisommergibile, progettato dall'ingegnere
italiano A. Bisio e introdotto con successo durante la prima guerra mondiale nel
Mare Adriatico (7-6-1916), poi imitato da altre Nazioni con il nome di vedetta.
I primi
MAS avevano scafo a gradino, dislocamento di circa 12 t, due
eliche mosse da motori endotermici, velocità di circa 25 nodi, due siluri
sospesi a tenaglie fuori del trincarino, uno per banda; successivi modelli (da
19 a 40 t) furono armati con bombe di profondità (fino a 20), due
mitragliere, un cannone (calibro massimo 76 mm) o torpedini per sbarramento, e
dotati di ecogoniometri per la localizzazione dei sommergibili sommersi; su
alcuni esemplari siluranti e posatorpedini venne imbarcato anche un motore
elettrico ausiliario per la marcia silenziosa. Il tipo da 40 t (28 nodi e 700
miglia di autonomia, stazione radiotrasmittente) era adibito alla scorta del
naviglio mercantile. Nella seconda guerra mondiale, i
MAS dislocavano
24÷28 t, erano lunghi 17÷18 m, larghi 4,4÷4,7 m, con immersione
di 1,3÷1,5 m; avevano due motori endotermici da 2.000 CV con circa 40 nodi
effettivi, due siluri da 450 mm, una mitragliera da 13,2÷20 mm, sei bombe
di profondità. Dai
MAS, termine attualmente disusato, derivano le
motosiluranti. ║ Dalla sigla, G. D'Annunzio ricavò il motto
Memento audere semper (V.).