ARTRITI
Infiammazioni
delle articolazioni, ossia, di regola, compartecipazione infiammatoria
articolare a determinate malattie. Si distinguono perciò varie artriti,
come le artriti infettive, le artriti reumatiche (in particolare il reumatismo
articolare acuto), la poliartrite cronica evolutiva, la gotta, le artriti
conseguenti a lesioni articolari acute o croniche. Fra le artriti infettive, si
possono citare: l'artrite pneumococcica, che può accompagnare una
malattia delle vie aeree superiori o una polmonite; l'artrite da streptococco o
da stafilococco, dovuta a una ferita, a un focolaio osteomielitico o a una
invasione di questi germi nel sangue; l'artrite sifilitica, che si manifesta,
insieme con le artralgie (dolori articolari) nel corso della sfilide secondaria,
terziaria o congenita; l'artrite gonococcica, oggi diventata piuttosto rara
grazie alla cura della blenorragia con gli antibiotici. Vi sono poi le artriti
che insorgono nel corso di malattie infettive parassitarie: influenza, parotite,
scarlattina, febbre tifoidea, setticemia, endocardite lenta, meningite
cerebro-spinale.
ATROPATIA NEUROGENA
Detta anche artropatia
tabetica, comprende malattie articolari secondarie a lesioni del midollo spinale
e i cui sintomi caratteristici sono tre: tumefazione, assenza di dolore,
lassezza dell'articolazione ammalata. Le articolazioni colpite più di
frequente sono quelle del ginocchio, dell'anca e del piede. Nell'artropatia del
ginocchio, la tumefazione appare all'improvviso, l'articolazione è
indolore e il malato avverte una lassezza dei legamenti articolari che gli
permettono di fare assumere al ginocchio angolazioni
anormali.
Esistono anche artropatie vertebrali,
spesso asintomatiche, che vengono rivelate dall'esame
radiografico.
ARTROSI
Processo degenerativo delle
articolazioni che si localizza di preferenza nelle articolazioni di sostegno del
corpo (ginocchio, anca, vertebre) e si manifesta in genere dopo i 40-50 anni,
con maggiore frequenza nelle donne in menopausa. L'artrosi può non dare
alcun sintomo, se è di grado modesto. Ma quando il processo degenerativo
giunge al punto da provocare lesioni articolari, i sintomi fanno la loro
apparizione con fasi di miglioramento o di regressione che però sono
temporanei perché la malattia è progressiva. Inizialmente,
l'artrosi si manifesta con dolori mattutini a una sola articolazione, i quali
scompaiono durante il giorno. Poi i dolori diventano continui, i movimenti
vengono limitati, tuttavia è raro che le articolazioni colpite si
gonfino. L'evoluzione dell'artrosi è lenta, le sue lesioni sono
irreversibili ma non conducono mai all'anchilosi completa e sono riducibili con
cure adatte. In ordine di frequenza decrescente, le articolazioni artrosiche
sono le vertebrali, quelle dei ginocchi e delle anche.
ARTROSI VERTEBRALE
Le più frequenti sono la
cervicale e la lombare. L'artrosi cervicale provoca dolori al collo, con
limitazioni dei suoi movimenti, che possono irradiarsi verso la nuca, la testa,
il torace, la spalla e le braccia, provocando nevralgia occipitale, cefalea
occipitale o frontale, nevralgia cervico-brachiale. Il malato può essere
colpito anche da vertigini, disturbi uditivi e visivi, dolori facciali e
avvertire scricchiolii nel muovere il collo.
ARTROSI LOMBARE
Spesso è la vera causa
del cosiddetto «mal di reni» in cui l'apparato renale non ha alcuna
partecipazione. Nella maggior parte dei casi, l'artrosi lombare si manifesta
inizialmente con una lombaggine acuta che rende dolorosi anche i piccoli
movimenti e perciò costringe il malato a mantenere per qualche giorno una
quasi totale immobilità vertebrale. Se queste crisi si ripetono, il
dolore lombare può presentarsi al mattino e scomparire nel corso della
giornata, purché il malato non compia alcuno sforzo; oppure diventare
continuo. Ai dolori lombari possono associarsi nevralgie addominali e al basso
ventre, a volte anche i sintomi penosi di una sciatica. Non di rado ne consegue
una lordosi lombare che può scomparire per lasciare posto a una
cifo-scoliosi.
LOMBAGGINE
Detta anche lombalgia, è
un insieme di sintomi dolorosi localizzati ai lombi; tra le sue cause più
frequenti artrosi lombare, sciatica, osteoporosi (particolarmente in menopausa),
vizi di posizione delle vertebre (posizioni difettose nel lavoro o nello sport,
scoliosi, lordosi), infezioni della colonna vertebrale (febbre tifoidea,
tubercolosi, sifilide, ecc.), lesioni viscerali, malattie neurologiche
soprattutto del midollo spinale
OSTEOMALACIA
È una malattia in cui si
riscontra una insufficienza di calcificazione delle ossa, oppure una diminuzione
del tessuto osseo calcificato. Le forme lievi sono asintomatiche. In quelle
più avanzate, la osteomalacia ha un inizio insidioso, limitato a vaghi
dolori dorsali, al torace e alla radice delle gambe e delle braccia; oppure il
malato diminuisce di statura a causa dell'appiattimento e della flessione della
colonna vertebrale. Poi i dolori aumentano, limitando i movimenti e la
deambulazione, le ossa si rammolliscono e, se l'osteomalacia è grave, si
incurvano progressivamente deformando la colonna vertebrale e il torace,
così che infine l'una è deviata a convessità posteriore
(cifosi) e l'altro globoso e stretto, appiattito in senso trasversale; la
diminuzione di statura può raggiungere i 30 centimetri. L'osteomalacia,
che colpisce più frequentemente le donne dopo i 40 anni, è legata
a una diminuita concentrazione di calcio e fosforo nei liquidi interstiziali che
ha varie cause: carenza di calcio o di vitamina D (rara nei Paesi occidentali),
malattie gastro-intestinali, infezioni renali, pielonefrite, secrezione
eccessiva dell'ormone paratiroideo.
OSTEOMIELITE
Infiammazione localizzata di un
osso e del suo midollo. Si presenta spesso in forma acuta. I suoi sintomi
iniziali sono dolore che aumenta al minimo movimento e segni generali di
infezione acuta. La malattia si fa evidente entro quattro giorni con aumento del
dolore, impossibilità di movimento, tumefazione della parte dolorante.
L'osteomielite acuta è la localizzazione ossea di una infezione generale
provocata il più delle volte dallo stafilococco. La malattia è
più frequente nell'infanzia e nell'adolescenza, soprattutto prima dei
15-17 anni; ha la sua maggiore diffusione in primavera e in
autunno.
OSTEOPOROSI
Imperfezione di struttura del
tessuto scheletrico caratterizzata da una diminuzione di spessore e di numero
delle trabecole ossee. I sintomi sono dolori alle ossa, soprattutto alla colonna
vertebrale, a volte fratture patologiche alle vertebre, di rado al bacino, al
cranio o agli arti. L'osteoporosi è una malattia propria del tessuto
osseo, secondaria a un disturbo del ricambio del calcio e del fosforo, che
però di solito nel sangue si riscontrano in quantità normale. Fra
le cause di questa malattia si annoverano la menopausa, l'immobilizzazione
protratta, l'alimentazione insufficiente, la carenza di vitamina C,
l'ipertiroidismo, la senilità, l'acromegalia, la nefrite cronica, la
leucemia. La causa più frequente è la menopausa e il suo fattore
essenziale è la carenza di ormoni estrogeni. Una osteoporosi di lieve
entità si osserva nel 50% delle donne che hanno superato la cinquantina;
nel 10% dei casi, essa è più netta (come risulta all'esame
radiologico, in cui la decalcificazione ossea è evidente) e spesso si
hanno dolori dorsali. Le ossa decalcificate dall'osteoporosi non si incurvano,
come invece accade nell'osteomalacia.
MALATTIA DI PAGET
Sviluppo eccessivo e
deformazione delle ossa, soprattutto delle braccia, delle gambe, del torace e
del cranio. È una malattia cronica che inizia insidiosamente con dolori ossei i
quali, in circa la metà dei casi, insorgono per crisi; oppure l'esordio
consiste in deformazione della tibia (incurvamento) e delle ossa craniche
(ingrossamento). Spesso a questi sintomi iniziali si accompagnano disturbi
dell'udito e della vista. Poi la malattia si manifesta apertamente con
deformazioni ai femori e alle tibie, al cranio, al bacino e alla colonna
vertebrale; in corrispondenza delle ossa colpite, la circolazione sanguigna
è aumentata, la pelle è più calda, le arterie sono dure e
sclerotiche, ossia soggette ad arteriosclerosi. Non si conosce la causa della
malattia di Paget: ciò che si riscontra, sono disturbi localizzati del
metabolismo del calcio con una decalcificazione ossea seguita da una
calcificazione eccessiva. Spesso la malattia è associata con
l'arteriosclerosi. L'osso più colpito è il sacro, poi la frequenza
delle lesioni diminuisce a mano a mano che si sale lungo la colonna vertebrale.
Le gambe sono colpite più spesso della braccia, e anche le lesioni
craniche sono frequenti. Sedi preferenziali sono le zone ossee sottoposte a
forti sollecitazioni meccaniche. Nelle ossa ispessite dalla malattia, la durezza
anormale si alterna con il rammollimento. La malattia di Paget si osserva
soprattutto verso i 60 anni, di rado prima dei 30
anni.
Ossa e articolazioni della gamba
REUMATISMO
È il nome generico dato a un
gruppo di malattie acute o croniche caratterizzate da infiammazione o da
degenerazione del tessuto connettivo e dei suoi derivati a livello delle
articolazioni e dei loro annessi (ossa, tendini, muscoli, ecc.); malattie che
hanno come sintomi principali dolori occasionali, ricorrenti o persistenti,
incapacità parziale o totale di muovere la parte colpita e, a lunga
scadenza, deformazioni articolari, ma senza processi suppurativi. Fra i
reumatismi acuti si distinguono il reumatismo articolare acuto, il reumatismo
infettivo (vedi Artriti) e la gotta (vedi Gotta). Fra i reumatismi cronici, il
reumatismo cronico o artrite deformante, l'artrosi (vedi Artrosi) e la gotta
cronica (vedi Gotta).
REUMATISMO ARTICOLARE ACUTO
Malattia infiammatoria che ha
sintomi variabili, caratterizzata soprattutto da infiammazione generalizzata
delle articolazioni accompagnata da febbre (poliartrite acuta febbrile) e che
spesso si localizzata anche nel cuore (reumatismo cardiaco). Di frequente, la
malattia è preceduta, 2-3 settimane prima, da una infiammazione alla
gola, all'orecchio o ai seni frontali (angina, otite, sinusite) che può
essere considerata fattore scatenante. Sintomi primissimi sono talvolta dolori
muscolari, disturbi digestivi, emorragie nasali.
La
malattia inizia con febbre a 38°-39°C, brividi, dolori in varie parti
del corpo, diminuzione o perdita dell'appetito, sudori profusi. Si manifestano
poi forti dolori alle articolazioni, soprattutto alle maggiori, che costringono
all'immobilità quasi assoluta mentre in corrispondenza di esse si formano
tumefazioni, la pelle è tesa, rossa e calda. Poi questi sintomi
articolari regrediscono in 5-6 giorni, ma subito si trasferiscono ad altre
articolazioni: questa fugacità e questa mobilità sono
caratteristiche del reumatismo articolare acuto. Altri sintomi riguardano
eventualmente il cuore (reumatismo cardiaco), l'apparato respiratorio (pleurite
reumatica, polmonite), l'addome (dolori, frequenti nei bambini), il sistema
nervoso (corea acuta) e altri organi o
apparati.
Nella maggior parte dei casi, la crisi di
reumatismo articolare acuto scompare spontaneamente ma spesso le ricadute sono
frequenti e così anche le lesioni cardiache permanenti. Questa malattia
va dalle forme benigne con guarigione definitiva (un terzo dei malati) alle
forme maligne, con decesso anche dopo una ventina d'anni, sovente per
insufficienza cardiaca. Ogni 100 malati, in media 20 hanno una recidiva entro 5
anni dalla prima crisi, 10 entro 6-10 anni, 5 oltre i 10
anni.
Il reumatismo articolare acuto è
piuttosto frequente nei paesi a clima temperato come il nostro; colpisce
indifferentemente maschi e femmine con un primo attacco che avviene fra i 7 e i
15 anni; è raro prima dei 2 anni e dopo i 30. Quasi tutte le malattie
cardiache dell'infanzia e della prima giovinezza sono postumi del reumatismo
articolare acuto. L'origine del reumatismo articolare acuto è ancora
sconosciuta, ma sembra accertata una predisposizione
ereditaria.
REUMATISMO CRONICO
Detto anche artrite deformante
o poliartrite cronica evolutiva, è una malattia caratterizzata da
infiammazioni e lesioni articolari che provocano dolori, deformazioni e a volte
anchilosi (diminuzione o impedimento assoluto dei movimenti articolari). La
malattia inizia insidiosamente con astenia (depressione dello stato generale),
anoressia (diminuzione o mancanza di appetito), perdita di peso. Una infezione
delle vie respiratorie o un trauma psichico possono costituire il fattore
scatenante di una crisi i cui sintomi sono febbre lieve (37,7°C circa) e
dolori modici che si trasferiscono da un'articolazione
all'altra.
I sintomi caratteristici si manifestano
solo dopo settimane o mesi e sono i seguenti: dolori articolari multipli,
dapprima simmetrici che si manifestano alle articolazioni delle mani e dopo
qualche mese o qualche anno si estendono ai polsi, ai gomiti e alle spalle; le
articolazioni colpite sono gonfie, localmente la pelle è calda e
arrossata, il dolore è forte e quindi la mobilità molto ridotta.
Agli arti inferiori, sono colpite per prime le articolazioni dell'alluce, poi
l'articolazione tibio-tarsica e quella del ginocchio. La malattia evolve per
anni con crisi successive verso l'anchilosi; le deformazioni, soprattutto delle
mani, dei piedi e dei ginocchi, portano a impotenza funzionale più o meno
grave. Esistono anche vari sintomi extra articolari, a carico della pelle,
dell'occhio, dei linfonodi, della milza, del
sangue.
Il reumatismo cronico, a differenza di
quello articolare acuto, non ha conseguenze mortali: dopo 10 anni, il 50% dei
malati è in grado di condurre una vita normale; il 35% subisce
l'invalidità; il 15% è obbligato al letto. La causa del reumatismo
cronico è ignota. Tra i fattori predisponenti: il terreno ereditario,
traumi fisici o psichici, fattori ormonali, esposizione prolungata al freddo e
all'umidità.