eXTReMe Tracker
Tweet

MEDICINA - GUIDA MEDICA - MALATTIE DELLE OSSA E DELLE ARTICOLAZIONI

ARTRITI

Infiammazioni delle articolazioni, ossia, di regola, compartecipazione infiammatoria articolare a determinate malattie. Si distinguono perciò varie artriti, come le artriti infettive, le artriti reumatiche (in particolare il reumatismo articolare acuto), la poliartrite cronica evolutiva, la gotta, le artriti conseguenti a lesioni articolari acute o croniche. Fra le artriti infettive, si possono citare: l'artrite pneumococcica, che può accompagnare una malattia delle vie aeree superiori o una polmonite; l'artrite da streptococco o da stafilococco, dovuta a una ferita, a un focolaio osteomielitico o a una invasione di questi germi nel sangue; l'artrite sifilitica, che si manifesta, insieme con le artralgie (dolori articolari) nel corso della sfilide secondaria, terziaria o congenita; l'artrite gonococcica, oggi diventata piuttosto rara grazie alla cura della blenorragia con gli antibiotici. Vi sono poi le artriti che insorgono nel corso di malattie infettive parassitarie: influenza, parotite, scarlattina, febbre tifoidea, setticemia, endocardite lenta, meningite cerebro-spinale.

ATROPATIA NEUROGENA

Detta anche artropatia tabetica, comprende malattie articolari secondarie a lesioni del midollo spinale e i cui sintomi caratteristici sono tre: tumefazione, assenza di dolore, lassezza dell'articolazione ammalata. Le articolazioni colpite più di frequente sono quelle del ginocchio, dell'anca e del piede. Nell'artropatia del ginocchio, la tumefazione appare all'improvviso, l'articolazione è indolore e il malato avverte una lassezza dei legamenti articolari che gli permettono di fare assumere al ginocchio angolazioni anormali.
Esistono anche artropatie vertebrali, spesso asintomatiche, che vengono rivelate dall'esame radiografico.

ARTROSI

Processo degenerativo delle articolazioni che si localizza di preferenza nelle articolazioni di sostegno del corpo (ginocchio, anca, vertebre) e si manifesta in genere dopo i 40-50 anni, con maggiore frequenza nelle donne in menopausa. L'artrosi può non dare alcun sintomo, se è di grado modesto. Ma quando il processo degenerativo giunge al punto da provocare lesioni articolari, i sintomi fanno la loro apparizione con fasi di miglioramento o di regressione che però sono temporanei perché la malattia è progressiva. Inizialmente, l'artrosi si manifesta con dolori mattutini a una sola articolazione, i quali scompaiono durante il giorno. Poi i dolori diventano continui, i movimenti vengono limitati, tuttavia è raro che le articolazioni colpite si gonfino. L'evoluzione dell'artrosi è lenta, le sue lesioni sono irreversibili ma non conducono mai all'anchilosi completa e sono riducibili con cure adatte. In ordine di frequenza decrescente, le articolazioni artrosiche sono le vertebrali, quelle dei ginocchi e delle anche.

ARTROSI VERTEBRALE

Le più frequenti sono la cervicale e la lombare. L'artrosi cervicale provoca dolori al collo, con limitazioni dei suoi movimenti, che possono irradiarsi verso la nuca, la testa, il torace, la spalla e le braccia, provocando nevralgia occipitale, cefalea occipitale o frontale, nevralgia cervico-brachiale. Il malato può essere colpito anche da vertigini, disturbi uditivi e visivi, dolori facciali e avvertire scricchiolii nel muovere il collo.

ARTROSI LOMBARE

Spesso è la vera causa del cosiddetto «mal di reni» in cui l'apparato renale non ha alcuna partecipazione. Nella maggior parte dei casi, l'artrosi lombare si manifesta inizialmente con una lombaggine acuta che rende dolorosi anche i piccoli movimenti e perciò costringe il malato a mantenere per qualche giorno una quasi totale immobilità vertebrale. Se queste crisi si ripetono, il dolore lombare può presentarsi al mattino e scomparire nel corso della giornata, purché il malato non compia alcuno sforzo; oppure diventare continuo. Ai dolori lombari possono associarsi nevralgie addominali e al basso ventre, a volte anche i sintomi penosi di una sciatica. Non di rado ne consegue una lordosi lombare che può scomparire per lasciare posto a una cifo-scoliosi.

LOMBAGGINE

Detta anche lombalgia, è un insieme di sintomi dolorosi localizzati ai lombi; tra le sue cause più frequenti artrosi lombare, sciatica, osteoporosi (particolarmente in menopausa), vizi di posizione delle vertebre (posizioni difettose nel lavoro o nello sport, scoliosi, lordosi), infezioni della colonna vertebrale (febbre tifoidea, tubercolosi, sifilide, ecc.), lesioni viscerali, malattie neurologiche soprattutto del midollo spinale

OSTEOMALACIA

È una malattia in cui si riscontra una insufficienza di calcificazione delle ossa, oppure una diminuzione del tessuto osseo calcificato. Le forme lievi sono asintomatiche. In quelle più avanzate, la osteomalacia ha un inizio insidioso, limitato a vaghi dolori dorsali, al torace e alla radice delle gambe e delle braccia; oppure il malato diminuisce di statura a causa dell'appiattimento e della flessione della colonna vertebrale. Poi i dolori aumentano, limitando i movimenti e la deambulazione, le ossa si rammolliscono e, se l'osteomalacia è grave, si incurvano progressivamente deformando la colonna vertebrale e il torace, così che infine l'una è deviata a convessità posteriore (cifosi) e l'altro globoso e stretto, appiattito in senso trasversale; la diminuzione di statura può raggiungere i 30 centimetri. L'osteomalacia, che colpisce più frequentemente le donne dopo i 40 anni, è legata a una diminuita concentrazione di calcio e fosforo nei liquidi interstiziali che ha varie cause: carenza di calcio o di vitamina D (rara nei Paesi occidentali), malattie gastro-intestinali, infezioni renali, pielonefrite, secrezione eccessiva dell'ormone paratiroideo.

OSTEOMIELITE

Infiammazione localizzata di un osso e del suo midollo. Si presenta spesso in forma acuta. I suoi sintomi iniziali sono dolore che aumenta al minimo movimento e segni generali di infezione acuta. La malattia si fa evidente entro quattro giorni con aumento del dolore, impossibilità di movimento, tumefazione della parte dolorante. L'osteomielite acuta è la localizzazione ossea di una infezione generale provocata il più delle volte dallo stafilococco. La malattia è più frequente nell'infanzia e nell'adolescenza, soprattutto prima dei 15-17 anni; ha la sua maggiore diffusione in primavera e in autunno.

OSTEOPOROSI

Imperfezione di struttura del tessuto scheletrico caratterizzata da una diminuzione di spessore e di numero delle trabecole ossee. I sintomi sono dolori alle ossa, soprattutto alla colonna vertebrale, a volte fratture patologiche alle vertebre, di rado al bacino, al cranio o agli arti. L'osteoporosi è una malattia propria del tessuto osseo, secondaria a un disturbo del ricambio del calcio e del fosforo, che però di solito nel sangue si riscontrano in quantità normale. Fra le cause di questa malattia si annoverano la menopausa, l'immobilizzazione protratta, l'alimentazione insufficiente, la carenza di vitamina C, l'ipertiroidismo, la senilità, l'acromegalia, la nefrite cronica, la leucemia. La causa più frequente è la menopausa e il suo fattore essenziale è la carenza di ormoni estrogeni. Una osteoporosi di lieve entità si osserva nel 50% delle donne che hanno superato la cinquantina; nel 10% dei casi, essa è più netta (come risulta all'esame radiologico, in cui la decalcificazione ossea è evidente) e spesso si hanno dolori dorsali. Le ossa decalcificate dall'osteoporosi non si incurvano, come invece accade nell'osteomalacia.

MALATTIA DI PAGET

Sviluppo eccessivo e deformazione delle ossa, soprattutto delle braccia, delle gambe, del torace e del cranio. È una malattia cronica che inizia insidiosamente con dolori ossei i quali, in circa la metà dei casi, insorgono per crisi; oppure l'esordio consiste in deformazione della tibia (incurvamento) e delle ossa craniche (ingrossamento). Spesso a questi sintomi iniziali si accompagnano disturbi dell'udito e della vista. Poi la malattia si manifesta apertamente con deformazioni ai femori e alle tibie, al cranio, al bacino e alla colonna vertebrale; in corrispondenza delle ossa colpite, la circolazione sanguigna è aumentata, la pelle è più calda, le arterie sono dure e sclerotiche, ossia soggette ad arteriosclerosi. Non si conosce la causa della malattia di Paget: ciò che si riscontra, sono disturbi localizzati del metabolismo del calcio con una decalcificazione ossea seguita da una calcificazione eccessiva. Spesso la malattia è associata con l'arteriosclerosi. L'osso più colpito è il sacro, poi la frequenza delle lesioni diminuisce a mano a mano che si sale lungo la colonna vertebrale. Le gambe sono colpite più spesso della braccia, e anche le lesioni craniche sono frequenti. Sedi preferenziali sono le zone ossee sottoposte a forti sollecitazioni meccaniche. Nelle ossa ispessite dalla malattia, la durezza anormale si alterna con il rammollimento. La malattia di Paget si osserva soprattutto verso i 60 anni, di rado prima dei 30 anni.
Ossa e articolazioni della gamba

REUMATISMO

È il nome generico dato a un gruppo di malattie acute o croniche caratterizzate da infiammazione o da degenerazione del tessuto connettivo e dei suoi derivati a livello delle articolazioni e dei loro annessi (ossa, tendini, muscoli, ecc.); malattie che hanno come sintomi principali dolori occasionali, ricorrenti o persistenti, incapacità parziale o totale di muovere la parte colpita e, a lunga scadenza, deformazioni articolari, ma senza processi suppurativi. Fra i reumatismi acuti si distinguono il reumatismo articolare acuto, il reumatismo infettivo (vedi Artriti) e la gotta (vedi Gotta). Fra i reumatismi cronici, il reumatismo cronico o artrite deformante, l'artrosi (vedi Artrosi) e la gotta cronica (vedi Gotta).

REUMATISMO ARTICOLARE ACUTO

Malattia infiammatoria che ha sintomi variabili, caratterizzata soprattutto da infiammazione generalizzata delle articolazioni accompagnata da febbre (poliartrite acuta febbrile) e che spesso si localizzata anche nel cuore (reumatismo cardiaco). Di frequente, la malattia è preceduta, 2-3 settimane prima, da una infiammazione alla gola, all'orecchio o ai seni frontali (angina, otite, sinusite) che può essere considerata fattore scatenante. Sintomi primissimi sono talvolta dolori muscolari, disturbi digestivi, emorragie nasali.
La malattia inizia con febbre a 38°-39°C, brividi, dolori in varie parti del corpo, diminuzione o perdita dell'appetito, sudori profusi. Si manifestano poi forti dolori alle articolazioni, soprattutto alle maggiori, che costringono all'immobilità quasi assoluta mentre in corrispondenza di esse si formano tumefazioni, la pelle è tesa, rossa e calda. Poi questi sintomi articolari regrediscono in 5-6 giorni, ma subito si trasferiscono ad altre articolazioni: questa fugacità e questa mobilità sono caratteristiche del reumatismo articolare acuto. Altri sintomi riguardano eventualmente il cuore (reumatismo cardiaco), l'apparato respiratorio (pleurite reumatica, polmonite), l'addome (dolori, frequenti nei bambini), il sistema nervoso (corea acuta) e altri organi o apparati.
Nella maggior parte dei casi, la crisi di reumatismo articolare acuto scompare spontaneamente ma spesso le ricadute sono frequenti e così anche le lesioni cardiache permanenti. Questa malattia va dalle forme benigne con guarigione definitiva (un terzo dei malati) alle forme maligne, con decesso anche dopo una ventina d'anni, sovente per insufficienza cardiaca. Ogni 100 malati, in media 20 hanno una recidiva entro 5 anni dalla prima crisi, 10 entro 6-10 anni, 5 oltre i 10 anni.
Il reumatismo articolare acuto è piuttosto frequente nei paesi a clima temperato come il nostro; colpisce indifferentemente maschi e femmine con un primo attacco che avviene fra i 7 e i 15 anni; è raro prima dei 2 anni e dopo i 30. Quasi tutte le malattie cardiache dell'infanzia e della prima giovinezza sono postumi del reumatismo articolare acuto. L'origine del reumatismo articolare acuto è ancora sconosciuta, ma sembra accertata una predisposizione ereditaria.

REUMATISMO CRONICO

Detto anche artrite deformante o poliartrite cronica evolutiva, è una malattia caratterizzata da infiammazioni e lesioni articolari che provocano dolori, deformazioni e a volte anchilosi (diminuzione o impedimento assoluto dei movimenti articolari). La malattia inizia insidiosamente con astenia (depressione dello stato generale), anoressia (diminuzione o mancanza di appetito), perdita di peso. Una infezione delle vie respiratorie o un trauma psichico possono costituire il fattore scatenante di una crisi i cui sintomi sono febbre lieve (37,7°C circa) e dolori modici che si trasferiscono da un'articolazione all'altra.
I sintomi caratteristici si manifestano solo dopo settimane o mesi e sono i seguenti: dolori articolari multipli, dapprima simmetrici che si manifestano alle articolazioni delle mani e dopo qualche mese o qualche anno si estendono ai polsi, ai gomiti e alle spalle; le articolazioni colpite sono gonfie, localmente la pelle è calda e arrossata, il dolore è forte e quindi la mobilità molto ridotta. Agli arti inferiori, sono colpite per prime le articolazioni dell'alluce, poi l'articolazione tibio-tarsica e quella del ginocchio. La malattia evolve per anni con crisi successive verso l'anchilosi; le deformazioni, soprattutto delle mani, dei piedi e dei ginocchi, portano a impotenza funzionale più o meno grave. Esistono anche vari sintomi extra articolari, a carico della pelle, dell'occhio, dei linfonodi, della milza, del sangue.
Il reumatismo cronico, a differenza di quello articolare acuto, non ha conseguenze mortali: dopo 10 anni, il 50% dei malati è in grado di condurre una vita normale; il 35% subisce l'invalidità; il 15% è obbligato al letto. La causa del reumatismo cronico è ignota. Tra i fattori predisponenti: il terreno ereditario, traumi fisici o psichici, fattori ormonali, esposizione prolungata al freddo e all'umidità.