Scenografo, pittore e costumista teatrale italiano. Diplomato all'Ecole des
Beaux Arts di Losanna, esordì come scenografo nel 1947, realizzando le
scene e i costumi per
Lea Labowitz di A. Fersen. Lavorò con i
maggiori registi, con le più importanti compagnie (Squarzina, Fersen, e
soprattutto Enriquez, poi Gassman e Sbragia). Dal 1958 fece parte di un gruppo
romano di documentaristi e pittori per lo studio e la realizzazione di film e
disegni animati. Muovendo dalle esperienze iniziali sui vari Bakst, Larionov,
Soudekine, Gontcharova, la linea espressiva di
L. si andò via
via evolvendo, accostandosi al mondo poetico di Rouaylt, di Chagall e di Klee.
La sua padronanza delle tecniche pittoriche e grafiche, gli consentì di lavorare
con grande libertà, operando su materiali semplici e volutamente esibiti
(cartapesta, gesso, tela, juta, carta colorata). La bidimensionalità dei
suoi bozzetti si configura come una tavolozza basata su prevalenti rapporti di
rossi, verdi, oro e zone brune, tutte sfumate e incastrate in una struttura
scheletrica nera. Di lui ricordiamo le scene e i costumi per la
Donna
Serpente (1979) di Lesage,
Turcaret (1979) di Gozzi,
Il
candelaio (1982) di Giordano Bruno,
Il cavaliere della rosa (1983) di
Hugo von Hofmannstahl,
L'asino d'oro di Apuleio (1994).
L. fu inoltre l'autore del logo del Palio di Asti per il quale
realizzò i drappi offerti alla Collegiata di San Secondo e al vincitore della corsa,
negli anni 1983 e 2005 (Genova 1921-2007).