(in tedesco
Luther)
. Teologo e riformatore tedesco. Figlio di un
ex minatore,
L. studiò dapprima a Magdeburgo, presso una scuola
affidata ai Fratelli della vita comune, poi a Eisenach, quindi a Erfurt
(1501-05) dove fu nominato
magister artium e dove ottenne la laurea in
Filosofia. Successivamente iniziò gli studi giuridici, ma in seguito ad
una crisi psicologica accidentale (per un fulmine cui sfuggì invocando S.
Anna) e forse anche in seguito a una lunga preparazione spirituale, entrò
nel 1505 nel convento degli agostiniani eremitani di Erfurt, iniziando
l'insegnamento della filosofia. Ordinato sacerdote nel 1507, nel 1508 venne
trasferito a Wittenberg, dove oltre a insegnare Filosofia si preparò
all'insegnamento teologico; poi insegnò Teologia (lettura di Pier
Lombardo) a Erfurt. Quindi (1510-1511) si recò a Roma per portarvi la
protesta del monastero contro l'unione fra osservanti e conventuali. Al ritorno,
venne di nuovo trasferito a Wittenberg, dove conseguì la laurea in
Teologia, e successe non ancora trentenne al vicario generale dell'ordine, J.
Staupitz, come professore di Sacra Scrittura. In questo periodo probabilmente va
posto l'inizio della sua crisi spirituale che lo vide travagliato da scrupoli e
da dubbi sulla capacità propria, come uomo, di
soddisfare Dio
vincendo le fortissime tentazioni corporali e soprattutto spirituali. Forse
già dal 1513, nelle lezioni di commento ai Salmi, certamente poi nel
1515-1516, commentando i
Romani, L. aveva già formulato abbastanza
nettamente la sua teologia: l'uomo è reso peccatore, anche nelle opere
buone, dalla concupiscenza, conseguenza del peccato originale, che lo contamina
irrimediabilmente; sicché l'uomo non può con le sue forze divenire
giusto, sì da ricevere da Dio una ricompensa del suo buon operato: sola
giustizia dell'uomo è dunque quella che Dio gli comunica, non
imputandogli i peccati; la norma assoluta della morale cristiana è la
Bibbia, ma grande importanza ha anche la parola predicata. Questa teologia,
accompagnata da una violenta polemica contro la teologia tradizionale e contro
la filosofia aristotelica venne presentata da
L. come
teologia della
fede, corrispondente alla vera dottrina degli apostoli e di S. Agostino;
L. diffuse questa dottrina nel commento in tedesco ai
Salmi
penitenziali e l'insegnò, come
teologia agostiniana,
nell'università ove incontrò resistenze ma anche simpatie. Intanto
venne nominato vicario distrettuale dell'ordine. Nel 1517, scandalizzato per la
vendita delle indulgenze, affisse alla porta della chiesa d'Ognissanti di
Wittenberg le famose 95 tesi sul peccato, la penitenza, l'indulgenza, il
purgatorio: in esse metteva in dubbio l'autorità papale e si appellava a
una religiosità intima contro l'esteriorità delle opere, gettando
così le basi della Riforma (luteranesimo). Nel 1520 pubblicò le
sue tre opere più importanti:
Alla nobiltà cristiana di nazione
tedesca,
La cattività di Babilonia e
De libertate
christiana nelle quali puntualizzava il ruolo del cristiano nella vita della
Chiesa e l'errore insito nella convinzione che l'interpretazione delle scritture
spettasse solo all'autorità ecclesiastica, mentre in realtà tutti
i cristiani sono resi uguali dal battesimo; la dottrina dei sacramenti e in
particolare l'importanza della fede nell'efficacia di un sacramento; la
libertà interiore dell'uomo contemporaneamente alla sua soggezione
all'autorità pubblica. Dichiarato eretico da Leone X (1520), ne
bruciò pubblicamente la bolla
Exsurge Domine; bandito da Carlo V
con l'editto di Worms (1521), fu accolto e protetto nel castello di Federico di
Sassonia (Wartburg), ove nel 1522 tradusse il Nuovo Testamento in dialetto
sassone (che divenne poi la lingua nazionale tedesca), dando così alla
letteratura tedesca il suo primo grande testo moderno. Inoltre iniziò
anche la traduzione della Bibbia che completò solo nel 1534. Nel 1525,
all'insaputa anche dei suoi intimi, sposò Caterina von Bora. Nello stesso
anno si trovò coinvolto nella polemica con Erasmo sulla libertà
della volontà umana e nella rivolta dei contadini che, forti delle teorie
di
L. sulla libertà, si erano ribellati alle autorità. Dal
1525 in poi
L. si ritirò dalla vita pubblica, dedicandosi alla
definizione della dottrina, all'organizzazione della Chiesa luterana e alla sua
famiglia (dalla moglie aveva avuto sei figli). Ferme rimasero sempre la
violentissima polemica antiromana e l'opposizione al concilio, evidenti anche in
una delle sue ultime opere
Contro il Papato di Roma fondato dal diavolo.
Venne sepolto a Wittenberg (Eisleben, Turingia 1483-1546).
Ritratto di Martin Lutero