Re di Francia. Succedette al padre Luigi VIII nel 1226, e fu posto sotto la
reggenza della madre, Bianca di Castiglia, donna energica e volitiva, che
dovette fronteggiare le rivendicazioni di Enrico III di Inghilterra sulle terre
che aveva perdute in Francia. Ciononostante, mediante la riappacificazione con
il conte Raimondo di Tolosa (1229) e l'acquisto delle contee di Champagne,
Blois, Chartres, e Sancerre, il Regno si accrebbe notevolmente. Raggiunta la
maggiore età nel 1236, governò con molta saggezza, mantenendosi
strettamente neutrale durante il conflitto tra papa Gregorio IX e l'imperatore
Federico II; sottomise la nobiltà feudale della Linguadoca imponendo a
essa delle eque condizioni (pace di Lorris, 1243) e si riappacificò con
il re di Inghilterra, che rinunziò alle sue pretese sul territorio
francese (pace di Parigi). Apportò notevoli riforme amministrative e
sociali, come quella detta degli
établissements per la quale il
suddito di un feudo poteva diventare "borghese del re", il che equivaleva al
civis romanus sum e gli dava diritto di essere giudicato solo dalla
magistratura sovrana. Di grande equilibrio, esercitò il potere con senso
di misura; il suo giudizio fu spesso richiesto per dirimere controversie tra
capi di Stato. Durante il suo regno fu introdotta in Francia l'Inquisizione
della Chiesa romana; chiesa che egli rispettò in modo assoluto nella
persona del papa, senza per questo perdere prestigio o menomare i suoi diritti.
Promosse due crociate, la VI e la VII, e vi partecipò personalmente: nel
1248 giunse fino in Egitto, ma fu fatto prigioniero a Mansurah (1250) e
riscattato, tornando in Francia (1254); nel 1270, per favorire gli interessi del
fratello Carlo d'Angiò, conte di Provenza, che era salito al trono di
Sicilia e con l'intento di convertire gli infedeli, si avviò contro
Tunisi, ma, appena sbarcato, morì di peste. Canonizzato nel 1297 da papa
Bonifacio VIII (Poissy 1215 - Tunisi 1270).