Poeta argentino. Si dedicò giovanissimo al giornalismo pubblicando su
vari giornali della capitale articoli che firmava con lo pseudonimo di
Gil
Paz. Attirato ben presto dalla poesia, cui finì per dedicarsi
totalmente, appartenne con Rubén Dario al gruppo modernista che si
riunì intorno alla "Regista de America". Viaggiò in Europa e a
Parigi diresse la "Revue Sudaméricaine". Premio nazionale di letteratura
nel 1925, divenne direttore della Biblioteca magistrale argentina. Uomo
battagliero, amante della patria e di una più umana condizione di vita,
iniziò la sua opera ispirandosi al socialismo delle cui dottrine si fece
entusiasta sostenitore nell'opera
Las Montañas de Oro (1897).
L. ha espresso tutte le qualità migliori del suo spirito nella
raccolta di versi
El lunario sentimental (1909),
Libro fiel
(1912),
Libro de los paisajes (1917), ecc. Fu anche autore di prosa:
El imperio jésuitico (1904),
La guerra gaucha (1905),
El
ejército de la Iliada (1915),
Polìtica revolucionaria
(1931). Considerato l'ideologo del colpo di Stato del 1930 e della dittatura
militare di Uriburu, fu ridotto all'isolamento artistico-morale; morì
suicida (Rio Seco 1874 - Buenos Aires 1938).