Centro in provincia di Foggia, a 219 m s/m., su un'altura a Ovest del Tavoliere.
Produzione di uva da vino, olive, ortaggi, cereali e frutta; industrie di
laterizi, alimentari, meccaniche e del legno. Località turistica. Sede
vescovile. 32.000 ab. CAP 71036. • St. - Fu una delle più insigni
città della Daunia; alleata di Roma nelle guerre sannitiche, fu fedele a
questa contro Annibale. Venne distrutta nel VII sec. da Costante II; risorse
sotto Federico II che, per aumentare la popolazione, nl 1233 chiamò dalla
Sicilia circa 20.000 Saraceni, i quali ne favorirono lo sviluppo economico.
Caduta la dinastia degli Svevi, la città passò a Carlo I
d'Angiò (1267); ma i Saraceni si ribellarono in favore di Corradino
(1269). Dopo sei mesi di lunga lotta, la città dovette capitolare, e
Carlo I fece strage dei ribelli, attorniandosi di Provenzali a lui fedeli. Ma
tra Saraceni e Provenzali scoppiarono contrasti, fomentati dal dissidio
religioso, finché, nel 1300, Carlo II fece massacrare tutti i Saraceni
che non vollero rinunciare al loro credo. La città seguì poi le
sorti della Puglia. Fino al 1806 fu capitale della Capitanata. • Arte -
Testimoniano il suo importante passato resti di templi superbi e numerosi
monumenti, tra cui il duomo del XIV sec., capolavoro dell'architettura gotica
angioina, con interno ricco di opere d'arte; il settecentesco Palazzo Cavalli,
che ospita il Museo Civico Giuseppe Fiorelli; la chiesa di S. Francesco del XIV
sec., angioina, e la chiesa barocca di S. Domenico. Su di un colle sorge la
Fortezza Angioina (sec. XIII) fatta costruire da Carlo I d'Angiò.
Notevole anche l'anfiteatro romano, di epoca augustea, con ricche decorazioni
scultoree.