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Longobardo.

Attinente al popolo dei Longobardi. • Ling. - Scrittura l.: denominazione già in uso per la scrittura oggi più comunemente detta beneventana o cassinese. ║ Lingua l.: lingua indo-europea del gruppo germanico occidentale, che presenta caratteri conservativi, dovuti anche al fatto che il l., staccatosi molto presto dalle altre lingue germaniche del gruppo, non ha partecipato alle innovazioni caratteristiche del tedesco. La lingua l. non ha lasciato una diffusa documentazione. Ci sono pervenuti soltanto alcuni termini isolati di carattere giuridico attestati in documenti latini medievali, oppure tracce dell'idioma l. si possono desumere indirettamente nell'onomastica, nella toponomastica e nel lessico italiano. La lingua l. si estinse completamente intorno al 1000. • Dir. - Fra i diritti dei popoli barbarici il diritto l. è quello che ha maggiormente risentito dell'influsso delle idee cristiane e del diritto romano. Lo stesso concetto di norma scritta, estranea al sistema barbarico, penetrò nella mentalità giuridica l. che ebbe la sua prima codificazione scritta nell'editto di Rotari (338 capitoli risalenti al 643). Ad esso seguirono delle modifiche apportate dai suoi successori e parte delle norme del diritto l. sopravvissero alla fine della dominazione politica, fino al XIV sec. Espressione della legge l. sono il guidrigildo, un risarcimento pecuniario dell'uccisore alla famiglia dell'ucciso che sostituiva l'antica faida (va ricordato che l'ammontare della cifra sborsata variava a seconda della categoria sociale di appartenenza della vittima); il mundio, istituto con cui il capofamiglia, o il re in mancanza di quest'ultimo, esercitava la tutela sui membri della sua stirpe; il nonuplo, che comminava la pena contro il furto, con pagamento di nove volte il valore della cosa rubata. • Arte - Molte testimonianze artistiche risalenti al periodo della dominazione l. sono andate perdute o si sono fuse con le tendenze italiche medioevali: per interesse architettonico Pavia non sarebbe stata inferiore a Ravenna se la furia degli Ungari nel 924 non avesse finito per travolgere tanti monumenti. A ciò si aggiunga la precarietà delle tecniche di costruzione impiegate in molti edifici (murature di ciotoli, conci di tufo e laterizio). Comunque esempi di monumenti architettonici l. sono: l'oratorio di Santa Maria in Valle o Tempietto l. di Cividale in Friuli e la chiesa di Santa Sofia in Voto a Benevento (entrambe dell'VIII sec.). Più numerose sono le testimonianze dell'oreficeria e della scultura a noi pervenuteci. In quest'ultimo campo si ritrovano i caratteristici motivi decorativi a matassa, che presentano animali mitici, fiere immaginarie proprie della tradizione popolare nordica. Tra le prove scultoree più interessanti ricordiamo: il ciborio di San Giorgio di Valpolicella (con un'iscrizione dedicata al re Liutprando) e il sarcofago di Teodota, a Cividale, che presenta decorazioni con pavoni dal disegno raffinato. Per quanto concerne l'arte orafa, in cui i Longobardi eccelsero per bravura e accuratezza di rifiniture, va ricordata il loro tipico modo di incastonare le pietre in alveoli ad arco o a fungo, modalità detta "a celle strette". Molte fibule e croci, che sono conservate nei musei di Cividale, Bergamo, Pavia e Milano, presentano una finissima decorazione a filigrana, ma il nucleo più consistente dell'oreficeria l. è conservato nel museo del duomo di Monza (la legatura aurea dell'evangeliario della regina Teodolinda, la croce di Agilulfo sono due pezzi di grande valore artistico).