Veicolo fornito di motore proprio, atto a trainare convogli ferroviari. Le
l. vengono suddivise, in base al tipo di motore adottato, in
l. a
vapore (alternativa o a turbina),
l. diesel (a trasmissione
idraulica, elettrica o ad ingranaggi),
l. elettriche nel qual caso
vengono comunemente definite
locomotori; possono essere ad aderenza
totale, cioè con tutti gli assi accoppiati al motore, oppure ad aderenza
parziale, nelle quali 1 o 2 assi sono solo portanti. Ulteriori distinzioni tra
le
l. sono date dal tipo di
rodiggio (numero complessivo degli
assi portanti e accoppiati) e dalla
potenza dell'apparato motore,
espressa in CV. ║
L. a vapore: ideata nel 1770 dal francese J.
Cagnot, costruita nel 1802 e poi perfezionata in ambito anglosassone nel corso
del XIX sec., la
l. risulta costituita da tre parti principali: il
veicolo, dove alloggiano il macchinista e il fuochista; la caldaia, in cui si
produce vapore sotto pressione e la motrice che trasforma il vapore in energia
meccanica. A queste parti, nei modelli più recenti si è aggiunto
il
tender, carro scorta che nei modelli classici è un vagoncino
rimorchio, adibito al trasporto di carbone e d'acqua necessari al funzionamento
della macchina. Ciascuna
l. è completata da freni su tutte le
ruote (a ceppi azionati a vapore e azionabili meccanicamente), fanali, fischi,
strumenti di misura, dispositivi di protezione contro sovrapressioni e
velocità eccessiva ecc. Ogni tipo di
l. viene contraddistinta da
un numero, le cui cifre indicano, a partire da sinistra e poi via via, il numero
degli assi portanti anteriori, degli assi motori, degli assi portanti
posteriori. La caldaia da
l. in passato presentava tubi di fumo (a fiamma
diretta), poi tubi d'acqua; entro il focolare annesso alla caldaia viene
bruciato il carbon fossile (in certi casi sostituito da un sottile getto di
nafta); a parità di volume di camera di combustione, la potenza termica
ottenibile utilizzando il combustibile liquido è pari al 70% di quella
ottenibile con il carbone, avendo la nafta un maggiore potere calorifico. I fumi
caldi prodotti, attraversando i tubi, trasformano progressivamente l'acqua della
caldaia in vapore e poi fuoriescono dal fumaiolo; invece il vapore si raccoglie
in una cupola, sistemata sulla sommità della caldaia (duomo), dove
diventa più secco. Dal duomo il vapore passa all'apparato di
distribuzione, alla motrice: nelle
l. a vapore moderne si usa il glifo
Hansinger con cassetto equilibrato cilindrico (distribuzione Walschaerts); la
distribuzione a valvole (Caprotti Lenz), nonostante i vantaggi, non ha trovato
applicazione a causa della delicatezza, complessità e costo dei
meccanismi. I meccanismi del cassetto di distribuzione attraverso rinvii
meccanici, provvedono a convogliare in sequenza esatta ai cilindri il vapore che
proviene dalla caldaia e a convogliare al fumaiolo il vapore che ha compiuto il
suo lavoro, cioè dopo che si è espanso entro i cilindri. Nei
cilindri avviene la trasformazione dell'energia contenuta nel vapore sotto forma
di calore in energia meccanica. I cilindri sono due o quattro a doppio effetto,
il vapore cioè viene fatto penetrare alternativamente a uno e all'altro
estremo dei cilindri, in modo che i pistoni che si muovono entro di essi vengono
sospinti dal vapore in entrambi i sensi, cosa che fornisce complessivamente una
maggiore potenza. I cilindri sono collegati, mediante un cinematismo a glifo
oscillante e bielle, alle ruote motrici, che sono quattro, sei, otto (raramente
di più). Non sarebbe tecnicamente possibile ridurre a due o quattro le
ruote motrici, data la potenza delle attuali
l. (fino a 5.000 CV) e il
loro peso, superiore alle 100 t. Le
l. più pesanti, oltre alle
ruote motrici, hanno anche ruote portanti, cioè non motrici, ma destinate
a reggere parte del peso della macchina in testa e in coda, in quanto ogni asse
(comprensivo delle ruote), non può gravare sulla rotaia con un peso
superiore alle 15-25 t. Il complesso caldaia, ruote, meccanismi è montato
su di una robusta struttura di acciaio (carro), nella quale si trova la cabina
di guida, posta dietro il focolare e, nei tipi di
l. più moderni,
anche il
tender. La cabina di guida, aperta a un estremo (salvo in un
numero limitato di modelli più recenti), alloggia il macchinista, che
guida il treno operando su leve, rubinetti, manopole di comando, e il fuochista,
che ha lo specifico compito di caricare il carbone nel focolare e di controllare
il livello dell'acqua nella caldaia. In Italia le
l. a vapore più
potenti (le 746) sono da 1600 CV, raggiungono un peso di 150 t a pieno carico di
carbone e d'acqua ed hanno un consumo di 1 kg circa di carbone e 8 l d'acqua
ogni cavallo vapore e ogni ora. ║
L. ad aria compressa: al posto
del vapore viene utilizzata l'aria compressa, immagazzinata in serbatoi muniti
di compressore. Questo genere di
l. viene di norma impiegato nelle
miniere in quanto emettono aria fresca anziché espellere vapore o gas.
║
L. diesel: rispetto alle motrici a vapore, il motore diesel ha un
rendimento globale maggiore, è a parità di potenza più
leggero e più flessibile (consente di realizzare macchine
contemporaneamente adatte a trascinare convogli leggeri ad alta velocità
e convogli pesanti a velocità basse). Ha inoltre una messa in moto
pressoché immediata, mentre le
l. a vapore richiedono un lungo
tempo per entrare in pressione. Altri vantaggi del diesel sono rappresentati dal
fatto che consente di disporre di cabine di guida chiuse e confortevoli,
fornisce rendimenti più elevati, consente operazioni assai rapide di
rifornimento di combustibile (gasolio) e si presta ad essere raffreddato con
sistemi oleodinamici di ingombro ridotto e alta affidabilità. I motori
diesel montati sulle
l. non differiscono sostanzialmente da quelli per
autotrazione, ma sviluppano potenza variabili da 200 a oltre 5.000 CV. La
potenza del motore viene trasmessa alle ruote motrici in tre modi: con cambio a
ingranaggi, possibile solo nelle macchine di potenza molto piccola (fino a 300
CV); per potenze maggiori tale organo non si può usare in quanto
richiederebbe complessi e pesanti servomeccanismi per azionarlo (cioè
cambiare marcia) che sarebbero più grandi del motore stesso. Si ricorre
quindi a due soluzioni classiche: trasmissione idraulica e trasmissione
elettrica. Nelle macchine con trasmissione idraulica, dette
l. diesel
idrauliche, al motore (o ai motori in quanto a bordo ve ne possono essere
uno oppure due) viene collegato un convertitore di coppia (la trasmissione
idraulica) ossia un gruppo pompa-turbine, realizzato in un unico corpo. La
pompa, azionata dal motore, genera un flusso di olio a forte velocità e
in pressione che aziona una turbina. A questa è unito un sistema di
ingranaggi, alberi e giunti elastici e cardanici che trasmettono la potenza agli
assi motori dei carrelli. È possibile, variando l'assetto della
palettatura del convertitore, entro certi limiti, variare la velocità di
rotazione e la coppia motrice degli alberi motori. Alcuni costruttori utilizzano
due convertitori di coppia, uno per ciascuno dei due sensi di marcia. Una
macchina del genere richiede assai poca manutenzione, è strutturalmente
semplice ed è molto robusta. Queste
l. servono soprattutto per le
manovre. Il convertitore di coppia ha però un alto rendimento soltanto
entro limiti ristretti di velocità di rotazione: in altre parole una
l. diesel-idraulica, capace di marciare a 130 km/h procederà col
massimo rendimento tra gli 80 e i 120 km/h. Alle velocità più
basse e alle massime dissiperà in calore una rilevante percentuale
(20-30%) dell'energia fornita dal motore diesel. Adottando invece una
trasmissione elettrica, come nelle
l. diesel elettriche, si ha una
flessibilità maggiore, cioè il rendimento è ugualmente
elevato dalle minime alle massime velocità di marcia. In questa
l.
al motore diesel è direttamente unito un motore elettrico (dinamo o
alternatore) che genera appunto energia elettrica. Questo tipo di
l.
viene impiegata di preferenza per la trazione di treni rapidi e per le manovre
che richiedono sforzi frequenti e di portata considerevole. I motori diesel
più adottati sono quelli veloci accoppiati con un alternatore trifase
autoeccitato che alimenta il motore a corrente continua il quale a sua volta
aziona le ruote, di norma montate entro un carrello a due assi. Ogni
l.
ha generalmente due carrelli motore collegati mediante due grossi perni col
fondo della cassa, a forma aerodinamica, nella quale sono posti i gruppi
diesel-alternatore, i vari meccanismi ausiliari per il sistema frenante, per
l'illuminazione ecc. e, alle due estremità, le cabine di guida con i
quadri di comando e le strumentazioni necessarie duplicate. ║
L. a
turbine a gas:
l. nella gruppo motore è rappresentato da un
turbocompressore e da una turbina montati sullo stesso albero, divisi da una
camera di combustione dove brucia il carburante a contatto dell'aria in uscita
dal compressore. L'espansione dei gas combusti, attraverso una serie di passaggi
meccanici, aziona il rotore di un generatore elettrico, che alimenta i motori
accoppiati agli assi. Il rendimento assicurato in questo caso è molto
superiore a quello di una
l. a vapore, ma nettamente inferiore a quello
di una
l. diesel. Queste macchine funzionano con una vasta scelta di
combustibili. ║
L. elettrica: strutturalmente non differisce molto
da quella diesel in quanto la cassa poggia, attraverso due perni di grande
diametro e una serie di pattini striscianti o altri elementi di sostegno, su due
carrelli. Questi risultano formati, come nelle
l. diesel, da un robusto
telaio, sospensioni a balestre, a elica, ammortizzatori e due o tre assi, tutti
motori. Il carrello porta anche i motori di trazione (elettrici) che trasmettono
agli assi mediante ingranaggi la potenza generata. Si può avere un motore
per ogni asse o uno ogni due assi, ma collegato ad ambedue mediante ingranaggi.
Si ottiene così l'aderenza totale, cioè tutti gli assi sono
motori, consentendo il miglior utilizzo della potenza sviluppata dai motori
stessi. Nelle unità di grande potenza, si può avere una cassa
formata da due segmenti articolati al centro che poggiano su tre carrelli
anziché su due. Sulle
l. più veloci è allo studio un
particolare tipo di cassa autoinclinabile in curva (cassa oscillante). Nelle
piccole unità destinate alla manovra si ha una sola cabina. La cassa
porta le prese di corrente nella parte superiore (
pantografo), i ganci di
trazione, i respingenti, i collegamenti elettrici e dell'aria compressa per
azionare i freni del treno. Contiene inoltre apparati ausiliari diversi:
motocompressori per l'aria compressa, motogeneratori per ottenere corrente
elettrica a bassa e media tensione necessaria per il riscaldamento delle cabine,
per il funzionamento di varie apparecchiature, per le luci ecc.; gruppi
motoventilatori per raffreddare i motori di trazione e le apparecchiature e, in
primo luogo, i sistemi di alimentazione controllata dei motori di trazione.
Mentre cassa, carrelli e motori (seppure con qualche limitazione) sono assai
simili nelle
l. alimentate a corrente alternata, i sistemi per
l'alimentazione dei motori sono molto differenti. Nelle macchine alimentate in
corrente continua a 3.000 o 15.000 V si hanno un interruttore di protezione, un
reostato (per limitare la corrente ai motori in fase di avviamento) e una serie
di apparecchi (contatori) per escludere progressivamente tale reostato e
connettere i motori in serie-parallelo o parallelo, permettendo alla macchina di
marciare a diverse velocità. Questi sono comandati da un dispositivo
(
master controller) che agisce mediante correnti a bassa tensione, quindi
non pericolose per il macchinista. Nelle macchine alimentate a corrente
alternata (a tensioni di 11.000-25.000 V) si hanno un interruttore di
protezione, un trasformatore (in quanto la tensione di linea è troppo
elevata per avviarla direttamente ai motori) e un sistema elettronico a
tiristori che raddrizza la corrente alternata derivata dal trasformatore e
l'avvia ai motori a corrente continua; anche questi dispositivi sono azionati da
un
master. Tali macchine sono apprezzate per la loro flessibilità,
in quanto sono capaci di marciare ad alta o bassa velocità, trascinando
treni leggeri o pesanti. Tutte le
l. elettriche possono marciare
indifferentemente nei due sensi. La velocità dei tipi più recenti
supera i 240 km/h, mentre la potenza raggiunge valori oltre i 6.000 CV. Nelle
macchine più veloci i motori vengono utilizzati inserendoli
elettricamente come generatori elettrici, per sviluppare uno sforzo frenante,
nel qual caso si parla di frenatura elettrica, che consente notevoli risparmi
sui forti consumi dei freni a ceppi azionati in modo pneumatico.
Modello tridimensionale della motrice modello GG1 del 1934 delle ferrovie della Pennsylvania
Modello tridimensionale di locomotiva elettrica giapponese