Poeta italiano. Allo scoppio della guerra 1915-18, fu trasferito sull'Isonzo,
quale tenente della posta militare. Nel 1916 partecipò alla presa di
Gorizia che cantò in un poemetto,
La sagra di santa Gorizia,
uscito postumo alla fine del 1917 e che ebbe subito dopo particolare successo,
non tanto per le sue qualità poetiche che furono scarse, quanto per
l'impeto patriottico. Pubblicò un volumetto di versi,
Le canzoni del
Giacchio, anch'essi di andamento popolaresco, e arieggiante certe forme
della poesia popolare del Quattro-Cinquecento. Postumi uscirono, tra il 1919 e
il 1920, altri volumi e raccolte di poesie:
La sveglia, Il Testamento, I
sonetti della malinconia, Singhiozzi e riso, Le elegie del sereno e un
dramma,
L'uragano (Figline Valdarno 1889 - Mar Egeo 1917).