Elemento chimico di numero atomico 3, peso atomico 6,939 e simbolo Li. Nella
tavola periodica degli elementi si colloca nel primo gruppo, sottogruppo A:
è infatti il primo dei metalli alcalini. Fu scoperto nel 1817 dal chimico
svedese J.A. Arfvedson nella patalite, un silicato di sodio, alluminio e
l.: l'anno seguente fu isolato da H. Davy per elettrolisi del suo cloruro
fuso. Presenta due isotopi stabili: il
6Li (abbondanza relativa 7,4%)
e il
7Li (abbondanza relativa 92,6%). ║
Stato naturale:
il
l. è un elemento non molto abbondante nella crosta terrestre,
della quale costituisce solo lo 0,0065%: è invece relativamente
più abbondante nell'universo, in cui esistono 100 atomi di
l. ogni
milione di atomi di silicio; nel corpo umano esiste solo in tracce. La sua
dispersione ne rende abbastanza difficile l'estrazione, molto più di
quanto lo sia ad es. quella del piombo e dello stagno che pure sono più
rari. Si incontra in quantità sensibili in certe acque minerali; si trova
anche in discreta concentrazione nella cenere di alcune piante quali il tabacco,
il cacao e diverse alghe marine. I suoi minerali sono alquanto poveri di
metallo: i migliori raggiungono un tenore del 7÷8% (calcolato come
Li
2O): comunemente l'estrazione avviene da minerali che ne contengono
dall'1 al 3%. Nei suoi minerali è associato ad alluminio, sodio,
potassio, magnesio, ferro, manganese, ecc. in silicati o fosfati complessi; il
titolo dei minerali è espresso come tenore di ossido Li
2O;
questo, allo stato puro, contiene il 46,5% circa di metallo. Tra i minerali
più comuni: la
petalite è un silicato di alluminio
l. e sodio, avente formula (Li, Na) AlSi
4O
10; la
lepidolite è una
mica litifera; lo
spodumene
è un silicato di alluminio e
l. di formula
LiAlSi
2O
6; la
ambligonite è un sale
complesso avente formula approssimativa LiF · AlPO
4: la
trifillite è un fosfato misto di formula (Li, Na) (Fe, Mn)
PO
4. I minerali più utilizzati per l'estrazione sono
spodumene, la lepidolite e la petalite; questi ultimi due si trovano con
discreta abbondanza nelle rocce eruttive nell'isola d'Elba. ║
Metallurgia estrattiva: il minerale più usato è lo
spodumene, che è presente in natura in una modificazione, detta
forma α, difficilmente aggredibile. Dopo le solite operazioni di
macinazione e concentrazione per flottazione, si sottopone quindi il minerale a
un arrostimento ad oltre 1.000 °C che ha come effetto la trasformazione
cristallina della forma α nel cosiddetto β-
spodumene. Si
procede quindi alla fusione con un sale per solubilizzare il silicato. Nel
cosiddetto
processo acido la fusione è fatta dopo aver mescolato
intimamente il β-
spodumene con solfato di potassio, scaldando a 400
÷ 500 °C. Il
l. si trasforma in solfato che viene quindi
portato in soluzione per lisciviazione; da questa soluzione di solfato di
l. si precipita il carbonato (poco solubile) mediante carbonato sodico.
Il carbonato viene poi trattato con acido cloridrico per ottenere il cloruro di
l. che, seccato, verrà poi sottoposto a elettrolisi. Nel
processo alcalino la disgregazione è fatta per fusione con calcare
a 900 °C o più; per lisciviazione si ottiene una soluzione
d'idrossido di
l. dalla quale con acido cloridrico si ottiene il cloruro
come sopra visto. Il metallo si ottiene da cloruro anidro e secco per
elettrolisi allo stato fuso: si opera normalmente a 400 ÷ 425 °C. La
cella elettrolitica ha una costruzione simile a quella usata per produrre sodio
per elettrolisi del suo cloruro fuso: anche in questo caso si ha un sistema per
raccogliere il cloro che si sviluppa gassoso all'anodo e il
l. fuso che
si libera al catodo e galleggia sul sale fuso. Si utilizzano anodi in grafite e
catodo in ferro o in acciaio; la cella è rivestita di refrattario. La
tensione applicata è di 7÷9 Volt, dato che le perdite di energia
elettrica servono anche per mantenere la temperatura nella cella compensando le
perdite, come avviene in tutte le elettrolisi in sali fusi. Il consumo di
energia elettrica è di 35 kWh circa per kg di
l. metallico
prodotto, che è molto superiore al lavoro teorico necessario per compiere
la reazione
2LiCl ◊ 2 Li + Cl
2che
avviene nella cella elettrolitica. Il cloro è un sottoprodotto, come
nella produzione di sodio. ║
Proprietà fisiche: il
l.
è un metallo leggero (peso specifico 0,534 a 20 °C, cioè poco
più della metà di quello dell'acqua), di aspetto bianco argenteo.
È ancor più molle del piombo, ma più duro degli altri
metalli alcalini. È molto duttile: può essere facilmente tirato in
fili o laminato a spessori sottili. Fonde a 180,54 °C e bolle a 1.330
°C; liquido a 200 °C ha peso specifico 0,507. Altre sue
proprietà fisiche sono raccolte nella seguente tabella:
Calore specifico (cal/g·°C) a 20 °C
|
0,79
|
Calore di fusione (cal/g)
|
104,2
|
Calore di evaporazione (cal/g)
|
4.638
|
Conducibilità termica a 20 °C (cal/cm·sec)
|
0,17
|
Conducibilità elettrica (a 0 °C) (µ =-1)
|
0,108
|
Energia di prima ionizzazione (cal/g-mole)
|
124
|
Raggio covalente (Å)
|
1,34
|
Raggio atomico (Å)
|
1,55
|
Raggio ionico, valenza + 1 (Å)
|
0,60
|
Volume atomico
|
13,1
|
Elettronegatività di Pauling
|
1,0
|
Struttura cristallina
|
c.c.c.
|
Struttura elettronica
|
1 s² 2s1
|
Sezione di cattura di neutroni termici (barns)
|
67±2
|
Viscosità del liquido a 200 °C (centipoise)
|
0,56
|
A proposito di questa tabella occorre fare alcune osservazioni. Il
l. ha un calore specifico altissimo, superiore a quello di qualsiasi
altro elemento solido. Anche il calore di fusione e di evaporazione sono molto
elevati, mentre la sua conducibilità elettrica lo pone fra i migliori
conduttori. Il raggio covalente e il raggio atomico sono alquanto alti,
trattandosi di un elemento così leggero; essi sono però legati
alla presenza di un elettrone nell'orbitale 2
s; infatti lo ione
Li
+ monovalente positivo ha un raggio molto minore. La struttura
cristallina è cubica a facce centrate (abbreviato: c.c.c.) a temperatura
ambiente, con cella di lato 3,5089 Å; a temperature molto basse (sotto i
–196 °C) si ha una modificazione cubica a facce centrate. ║
Proprietà chimiche: dal punto di vista chimico il
l. ha
proprietà intermedie fra quelle del sodio e del magnesio. All'aria secca
anche a temperatura ambiente si ricopre di uno strato di nitruro di
l.
Li
3N; all'aria umida si ricopre invece di uno strato di passivazione.
Scaldato all'aria brucia rapidamente dando ossido di
l. Li
2O;
in ciò si differenzia dagli altri metalli alcalini che per combustione
danno dei perossidi. Con l'acqua reagisce rapidamente dando, come gli altri
metalli alcalini, il suo idrossido; la reazione è però meno
violenta che col sodio o il potassio. Ancora a differenza degli altri metalli
del suo gruppo, si combina direttamente con carbonio e silicio. Nei suoi
composti è sempre monovalente, corrispondentemente alla sua struttura
elettronica. Scaldato con idrogeno dà direttamente l'idruro di
l.
LiH, un energico riducente, molto stabile, tanto da poter essere fuso senza
decomporsi. Con gli alogeni forma direttamente alogenuri di
l.; la
reazione avviene solo superficialmente per il bromo, dato che si forma uno
strato di passivazione. In presenza di un metallo pesante reagisce con ammoniaca
liquida dando la
litioammide LiNH
2; la stessa reazione avviene
per riscaldamento a 400 °C circa in corrente di ammoniaca. L'ammide detta,
scaldata ulteriormente, passa ad ammide e ammoniaca secondo la reazione:
2 LiNH
2 ◊ Li
2NH +
NH
3La
litioammide è l'unica ammide di un
metallo alcalino. La litioammide è spesso utilizzata in chimica organica
come catalizzatore, come agente dealogenante e per introdurre il gruppo amminico
in certe molecole. Il
l. offre una vasta gamma di reazioni organiche,
spesso utilizzate industrialmente. La sua proprietà di essere addizionato
da dieni e olefine arilate lo fa utilizzare come catalizzatore di
polimerizzazioni catalitiche. Reazioni di questo tipo sono sfruttate per la
polimerizzazione catalitica dell'isoprene a cis-poliisoprene che è un
prodotto identico alla gomma naturale. La reazione di addizione ai composti
carbonilici quali aldeidi e chetoni può essere utilizzata per produrre
alcoli. Con gli alcoli stessi poi si hanno degli
alcolati Li-O-R, ove R-
è un radicale alchilico, che vengono a volte utilizzati; si preferiscono
però quelli di sodio o potassio che sono più stabili. ║
Composti: l'
ossido di l. Li
2O si forma per
riscaldamento all'aria. In presenza di acqua esso, come gli ossidi degli altri
metalli alcalini, passa a
idrossido di l. LiOH, che è una base
forte. A differenza di NaOH e KOH questa cristallizzata idrata dalle soluzioni
acquose, cioè come LiOH · H
2O. Il
perossido di l.
Li
2O
2 non si forma direttamente per combustione (a
differenza di quello di sodio e di potassio) ma per trattamento di LiOH con
acqua ossigenata. Il
carbonato di l. Li
2CO
3 si
presenta come un solido incolore, avente peso specifico 2,11 che fonde a 618
°C e si decompone a 1.200 °C circa dando ossido e anidride carbonica.
È più solubile in acqua fredda che calda (100 g di acqua ne
sciolgono 1,54 di carbonato a 0 °C e 0,72 a 100 °C); si scioglie
abbastanza in acqua contenente anidride carbonica con formazione del
bicarbonato LiHCO
3. È utilizzato nella preparazione del
l. metallico e come additivo per acque litiose artificiali. Il
cloruro
di l. LiCl è un solido bianco deliquescente avente peso specifico
2,068 a 25 °C: è estremamente solubile in acqua fredda e calda (100
g di acqua ne sciolgono 127,5 di questo sale a 100 °C); è solubile
in alcol etilico, etere etilico e in diversi altri solventi organici. Dall'acqua
cristallizza anidro solo sopra i 98 °C; a temperature più basse
cristallizza idrato con una, due o tre molecole di acqua. Puro fonde a 614
°C e bolle a 1.360 °C. In presenza di ammoniaca forma un sale
cristallino avente formula LiCl · 3NH
3 nel quale ogni molecola
di cloruro ne coordina 3 di ammoniaca, come in un sale idrato. È
utilizzato nella preparazione del
l. metallico e per preparare salamoie
disidratanti per condizionamento dell'aria. È stato anche utilizzato in
sostituzione del cloruro sodico per diete particolari; sembra tuttavia che
esplichi una certa tossicità per cui oggi è sostituito con altri
sali. Sia il cloruro che il
fluoruro di l. LiF hanno un punto di fusione
relativamente basso e un punto di ebollizione alto (LiF fonde a 870 °C e
bolle a 1.670 °C) onde sono usati separatamente o in miscela nella
saldatura di certi metalli (alluminio, magnesio, titanio, ecc.) come
scorificanti, cioè solventi degli ossidi metallici che si formano durante
la saldatura stessa. Il
solfato di l. Li
2SO
4,
comunemente commerciato come sale idrato Li
2SO
4 ·
H
2O, e il
nitrato di l. LiNO
4, entrambi molto
solubili in acqua e fortemente deliquescenti, sono pure utilizzati per salamoie
disidratanti nel condizionamento dell'aria. Si è già accennato
all'
idruro di l. LiH; questo composto si presenta come un solido bianco,
avente peso specifico 0,820, che fonde a 680 °C e si decompone prima di
fondere. A contatto con acqua dà idrossido di
l. e idrogeno.
È un sale molto interessante teoricamente in quanto è a carattere
ionico (lo dimostra anche il suo alto punto di fusione) nel quale l'idrogeno
è presente con valenza -1, cioè come anione H
-; allo
stato fuso può essere elettrolizzato come un qualsiasi sale ionico, con
produzione di
l. metallico e idrogeno. Si ottiene per riscaldamento del
metallo a 500 ÷ 600 °C in corrente di idrogeno. È utilizzato
come idrogenante, come il
litioalluminioidruro LiAlH
4
già visto, che si prepara in modo analogo. Diversi composti
organometallici del
l., in particolare certi
l. - alchili come ad
es. il litiobutile, sono utilizzati come catalizzatori di reazioni organiche; in
soluzione di idrocarburi questi composti si comportano come se avessero legami
prevalentemente a carattere covalente. ║
Precauzioni: la
conservazione del
l. metallico non pone particolari problemi,
purché si rispettino le regole valide per i metalli alcalini. Per la sua
reattività, va tenuto isolato da contatto dell'aria, e quindi in
recipienti ermeticamente chiusi o sotto uno strato di petrolio o altri
idrocarburi. Il contenitore dovrebbe essere di metallo ferroso, oppure di
titanio, tantalio molibdeno o niobio; sono sconsigliati quelli di alluminio o
leghe di rame che talvolta sono pure impiegati. Il contatto con acqua o
soluzioni acquose va evitato o realizzato in condizioni controllate. Il
l. si vende comunemente in graniglia, filo, nastro o barrette; ne esiste
un tipo corrente (contenuto di sodio: 0,2%) e un tipo a basso tenore di sodio
(0,005% massimo). ║
Usi: gli usi tradizionali del
l. sono
nell'industria chimica sotto forma di sali o altri composti come agenti
partecipanti alla reazione o come catalizzatori; di questo si è
già detto a proposito dei singoli composti. Un altro uso tradizionale
è quello dell'ossido Li
2O come fondente nella preparazione di
vetri. L'idrossido di
l. è un additivo dell'elettrolita dei
cosiddetti accumulatori alcalini o
di Edison. Lo stearato di
l. è utilizzato come componente di grassi lubrificanti detti
grassi al l., adatti per lavorare a temperature elevate; la principale
funzione del
l. è quella d'impartire una resistenza superiore
all'umidità e alla temperatura elevata. Il
l. è stato
utilizzato in terapia in diverse affezioni; oggi è vietato in molti Stati
in quanto sembra che abbia effetti secondari dannosi. Il metallo come tale viene
usato nella preparazione di leghe speciali ad es. per saldatura (leghe Li-Cu e
Li-Ag); in altre leghe di rame, alluminio, magnesio, zinco, ecc. il
l.
viene aggiunto come disossidante in piccolissime percentuali. Diversi suoi
composti sono poi usati per preparare salamoie disidratanti per impianti di
condizionamento dell'aria: queste offrono infatti la proprietà di
assorbire umidità in un vasto campo di temperatura. Il perclorato di
l. LiClO
4 è stato proposto come componente di miscele
propellenti solide per razzi; a parità di peso libera infatti più
ossigeno di tutti gli altri perclorati alcalini. Un uso particolare del
l. si ha poi nell'industria nucleare. La separazione dei suoi due isotopi
ha permesso di accertare che l'isotopo
6Li ha una sezione di cattura
di neutroni termici estremamente elevata (912 barns). La reazione nucleare di
cattura di un neutrone:

porta
alla formazione di elio 4 e di idrogeno 3, cioè
trizio. Dato che
il trizio è uno dei più interessanti nuclidi per reazioni di
fusione, si prevede che in futuro si avrà un notevole consumo di
l. per la preparazione di trizio. D'altra parte la separazione degli
isotopi del
l. non è molto difficile in quanto i due nuclidi hanno
una massa percentualmente alquanto diversa:
6Li ha peso 6,015126
mentre
7Li ha peso 7,016005. Il
6Li pesa quindi il 14,3%
in meno del
7Li, cosa che permette una separazione abbastanza facile
degli isotopi.