Scultore greco. Attivo nella seconda metà del IV sec. a.C.,
L.
è un artista di cui si hanno notizie incerte, in quanto nessun originale
della sua opera è pervenuto fino a noi. Esistono però numerose
copie di età romana, in marmo e in bronzo, di sculture senza dubbio
attribuibili allo scultore greco. Mediante queste riproduzioni, ora esposte nei
musei di tutt'Europa, si è potuto ricostruire lo stile dello scultore.
Citato da Plinio in età romana, avrebbe creato intorno alle 1500 statue
per la maggior parte di soggetto maschile (eroi, atleti, divinità in
particolare Eracle, il dio della forza) in ottemperanza alla tradizione
peloponnesiaca. Gli antichi attribuivano all'opera di
L. due grandi
pregi: la
constantia, intesa come la fedeltà di resa dei
particolari e l'
elegantia nella scelta delle proporzioni. A ciò va
sicuramente aggiunta la "tridimensionalità" per la naturalezza con cui le
sue figure sanno dominare lo spazio. Per la sua datazione cronologica un indizio
importante è rappresentato dalla tradizione letteraria che lo ritrae come
lo scultore ufficiale di Alessandro Magno. Al museo del Louvre esiste un bronzo
di piccolo formato, l'
Alessandro con lancia, che riproduce la statua
originaria del mitico sovrano. In questa composizione trapela il desiderio di
rappresentare la figura di Alessandro con attributi divini, il corpo sembra
colto in un momento di suggestione irreale, nettamente al di sopra dei destini
umani. Ciò è significativo per inquadrare i buoni rapporti che
dovevano intercorrere fra l'artista e il suo protettore. Una delle prime opere
di
L. è certo l'
Eros che incorda l'arco, la cui copia, ora
al British Museum di Londra, è senz'altro la più attendibile fra
le tante che riproducono questa esecuzione dello scultore. L'
Eros che incorda
l'arco è un'opera giovanile, ma contiene quelle soluzioni
stilistiche, quei volumi dominanti lo spazio che caratterizzano tutta la
produzione di
L. Questo lavoro è databile intorno alla metà
del IV sec. a.C. Senza dubbio posteriore è l'
Agias, una statua che
ritrae un poderoso corpo di atleta, rinvenuta a Delfi e copia dell'originale
perduto. Una caratteristica della figura, giunta a noi monca agli arti
superiori, è la voluminosità del corpo rispetto alla testa, come a
voler suggestionare mediante questo scompenso ottico, l'immaginazione di chi
guarda; in effetti la prima emozione che si riceve osservando la statua è
quella della potenza, di una straordinaria forza muscolare compressa nel corpo
scolpito. Questo lavoro si può datare fra il 340 e il 330 a.C. L'opera
più famosa di
L. è l'
Atleta che si deterge
(
Apoxyomenos), attribuito al periodo della piena maturità
dell'artista. La copia che ci è pervenuta risale al periodo della
latinità ed è oggi conservata nei Musei Vaticani. Qui
l'impressione visiva del complesso marmoreo risente di tutti i caratteri
attribuiti allo stile: la snellezza, la nervosità del corpo che si
prepara allo scatto dopo il riposo. Cade il rispetto delle proporzioni fisiche a
favore dell'insieme architettonico, fino a trasformare la figura nuda in un'
armonia di membra immerse nello spazio. Sempre in Italia, nel Museo nazionale di
Napoli, è conservata una copia del
Ritratto di Seleuco, una
rappresentazione particolarmente intensa per l'espressione concentrata. A
Copenaghen è custodito il
Socrate seduto, che ritrae il grande
filosofo in un atteggiamento maestoso e pacato insieme, assorto in quella
meditata serenità che era propria del pensatore greco. Di un'altra opera,
l'
Eracle a riposo, esistono due diverse versioni, una conservata al Museo
nazionale di Napoli (il cosiddetto
Eracle Farnese), e un'altra ospitata
al British Museum di Londra (l'
Ercole Epitrapezio).
L. è
ritenuto uno dei maggiori rappresentanti di tutta l'arte classica greca insieme
a Prassitele e a Scopas (Sicione IV sec. a.C.).