(dal greco
lyra). Strumento musicale a corde usato dai Greci e dai
Romani, simile alla cetra, con cassa di risonanza formata da un guscio di
testuggine. Si suonava col plettro o anche pizzicandola con le dita. Si diffuse
poi in Europa dal 1500 al 1700; a differenza della
l. greca era suonata
con l'archetto. Aveva forma molto simile alla viola ed era costruita in diversi
modelli di svariate dimensioni. Fra i modelli più in voga la
l. da
braccio che aveva da 5 a 7 corde correnti sopra il manico e 2 corde, fuori
del manico, che fungevano da bordoni; la
l. da gamba, dal suono grave
come quello del violoncello, aveva 12 corde sul manico e due bordoni fuori. Un
modello da braccio, molto grande, si chiamava
lirone da braccio e aveva
la voce da contralto corrispondente a quella della viola moderna. Nella stessa
famiglia c'era l'
archiviola da l., chiamata anche
accordo oppure
lirone, dotata di ventiquattro corde (non sempre) dal timbro basso e
grave come quello del contrabbasso attuale. Verso la metà del 1700 ebbe
una certa fortuna uno strumento detto
l. organizzata, usato
particolarmente nelle recite a carattere pastorale. Era formata da una tavola
armonica sulla quale erano collocate alcune piccole canne da organo alimentate
da un mantice contenuto nella cassa armonica; in taluni modelli i mantici erano
due e fornivano d'aria un apposito serbatoio munito di valvole. Si suonava per
mezzo di una tastiera che rendeva lo strumento molto simile a un piccolo
armonium portatile.