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Lippi, Filippino.

Pittore italiano. Figlio del frate Filippo e della monaca Lucrezia Buti (la cui scandalosa avventura finì con regolare matrimonio per intervento di papa Pio II, che sciolse entrambi dai voti religiosi), ebbe i primi rudimenti artistici dal padre, anch'egli valente pittore. Rimasto orfano a dodici anni, la sua educazione continuò prima dal tutore Fra Diamante e poi presso la bottega del Botticelli, del quale assimilò il caratteristico linearismo con estrosa eleganza e mobilità. Le sue prime opere risultano alquanto simili a quelle del Botticelli tanto che, per un certo periodo di tempo, vennero assegnate a "un amico di Sandro", come le Storie di Ester, databili intorno al 1480, l'Epifania (circa 1480), i Tre arcangeli (1480-1485) e la Madonna con S. Antonio. Una seconda fase della sua pittura ebbe inizio intorno al 1484, influenzata dalla pittura fiamminga e caratterizzata da un nuovo alternarsi di luci e di ombre. A questo periodo risalgono l'Annunciazione del Museo di San Gimignano e gli affreschi nella cappella Brancacci al Carmine di Firenze, iniziati dal Masaccio. Nella Madonna con due Santi (1485), nella Madonna Nerli (1488) e nell'Epifania (1496) il pittore dimostra di aver capito l'insegnamento di Leonardo senza cadere nell'imitazione. Maggiore esuberanza decorativa esibì negli affreschi della cappella Carafa in Santa Maria sopra Minerva a Roma (1489-1493), anticipando nelle Sibille la magniloquenza cinquecentesca, per giungere a un manierismo lievemente eccessivo negli affreschi della cappella Strozzi in Santa Maria Novella in Firenze (terminati nel 1502). I pregi maggiori della produzione di L. vanno ricercati soprattutto nei dipinti su tavola, che rivelano autentici accenti di poesia e di sottile morbosità nella raffigurazione di soavi Madonne e di languenti Angeli. Citiamo a questo proposito l'Apparizione della Vergine a San Bernardo (1486), dove intorno alle figure dei protagonisti si compongono preziosamente le forme elaboratissime dei fiori degli alberi e delle rocce (Prato 1457 - Firenze 1504).