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Lipschitz, Jacques). Scultore francese di origine lituana.
Studiò inizialmente architettura a Vilnius, per poi passare nel 1909 a
Parigi, frequentando l'Ecole de Beaux Arts, l'Accademia Julian, e l'Accademia
Colarossi. Lasciò Parigi solo nel 1912 per svolgere il servizio militare
e nel 1915 per un soggiorno in Spagna. Entrando in contatto con le presenze
più vive dell'epoca, da Diego Rivera e Modigliani, al gruppo dei cubisti,
giunse a definire un linguaggio che rifiutava l'arte come imitazione, proponendo
invece composizioni ridotte alla loro struttura essenziale. Nel 1925 si
stabilì nella casa a Boulogne-sur-Mer che si era fatta costruire da Le
Corbusier. L'operazione di
L., collaterale a quella di Boccioni e di
Archipenko, è particolarmente importante per aver impostato il problema
delle "trasparenze", ossia del rapporto di interazione tra spazio-pieno e
spazio-vuoto. Citiamo a questo proposito il
Marinaio con la chitarra del
1914; il
Pierrot con clarinetto; il grande gruppo marmoreo della
Gioia
di vivere. Seguì dal 1930 in poi una produzione di opere cosiddette
"metamorfiche", dalle caratteristiche metà umane e metà mostruose
(
La coppia; Canto delle vocali). Tra le commissioni più importanti
che gli vennero affidate citiamo: il gruppo del
Prometeo per la Fiera
Mondiale di Parigi nel 1937; un secondo
Prometeo per il Ministero della
Salute e dell'Educazione del Brasile; una
Vergine per la nuova chiesa di
Assy nel 1948. Citiamo inoltre una serie di opere sul tema mitologico della
lotta:
Il ratto d'Europa, Teseo, Il volo, l'Arrivo. Nel 1941 si
stabilì negli Stati Uniti (Druskieniki, Grodno 1891 - Capri 1973).