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Limes.

(voce latina). Ant. rom. - Nella terminologia geografica e terriera romana, dapprima indicò un allineamento tracciato su una superficie (perciò anche la linea di divisione fra un lotto e l'altro di terreno), poi i sentieri che su queste linee venivano tracciati, infine le strade militari di arroccamento, con fortificazioni ai confini dell'Impero romano. Queste ultime sorsero dapprima con carattere offensivo per l'azione di conquista, solo in un secondo tempo si trasformarono in elementi difensivi lungo i limiti delle regioni occupate, delle quali vennero ad assumere il nome, costituendo un complesso organico od organizzato di opere staccate in collegamento reciproco con fossati e valli. La costruzione dei l., preceduta dalle azioni belliche dei Giulio-Claudi (strade alpine fortificate), ebbe inizio in Britannia con Agricola, ma ricevette notevole impulso al tempo dei Flavi quando fecero costruire il l. della Germania Superiore per difendere i Campi Decumati. Venne ulteriormente intensificata per iniziativa di Adriano al quale risalgono il Vallo di Adriano, in Britannia, il campo di Lambaesis in Africa e il vallo nella Germania Superiore e nella Rezia. Antonino Pio continuò l'opera del predecessore e fece erigere il secondo vallo in Britannia, rinforzare aggere e fossati in Germania, mura in Rezia, castelli in Pannonia e Norico, costruire una linea collegata di mura e fortezze in Dacia; i Severi curarono specialmente il l. africano (multipla linea difensiva nel deserto di Numidia) e l'orientale (linea di fortezze in Siria), ma già nel terzo secolo queste opere non ressero allo sfondamento, operato in masse concentrate dai Barbari. Gli elementi tipici del l. erano, accanto alla strada, le praetenturae o clausurae, cioè tutti quegli accorgimenti atti a difenderla: un terrapieno preceduto da un fossato (Britannia), un grosso muro di pietra con torri e ricoveri (casulae) (Rezia, Norico, Liburnia, Pannonia), una palizzata più o meno contraffortata da terrapieni e fossati (Germania), castelli e fortezze collegati da strade (Siria, Arabia), fossati e fortini collegati con gli accampamenti legionari (Africa); a volte le linee difensive erano multiple con dispositivi difensivi scaglionati (Dacia, Pannonia, Numidia). Un esempio notevole, in ottimo stato di conservazione, per la sua struttura in opera di pietra, è il l. orientale d'Italia, formato da una massa muraria di tre metri circa di spessore, svolgentesi con continuità fra fortini e castelli, sui dossi alpini dalle pendici meridionali della selva Piro al valico di Nauporto (Nord-Est di Postumia) e dal massiccio di Monte Nevoso a Tarsatica (Fiume) presidiato dai distaccamenti che allora avevano base nel centro politico-militare di Aquileia. Il governatore della provincia era anche comandante delle legioni di guardia al l. che, però, se suddiviso in zone, era affidato ai singoli praepositi limitum, istituiti nel III sec.; le milizie che presidiavano i l. erano fornite da contingenti reclutati sul posto che vivevano nell'area contenuta dal l., detti perciò limitanei. Dopo il III sec., data l'impossibilità di presidiare le difese dei l. con contingenti tanto numerosi da avere ovunque una densità sufficiente a fronteggiare attacchi di sorpresa a masse compatte, la difesa dei l. fu affidata, invece che alle fanterie, a masse di manovra concentrate in campi trincerati a ridosso del l., formate da catafratti, che erano costituiti prevalentemente da Barbari, essendo in genere questi degli ottimi cavalieri. In tal modo i l. vennero a costituire più un ostacolo artificiale che un baluardo destinato a proteggere dei difensori. In epoca bizantina, l. significò un distretto militare, anche non necessariamente posto sul confine, definito e denominato spesso con il nome dal territorio che lo accoglieva.